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Dedicato alle coppie italiane /
 

qualche bel racconto

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maxbracci

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Posts: 808
#31
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Ancora un racconto confessione trovato in rete.

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Stiamo facendo l’amore, lentamente lei si muove stando sopra……

"Amore, ti devo dire una cosa..." mi fa.
Se me lo dice mentre facciamo sesso, penso, è una cosa di sesso.
"Cosa? "
"E' successa una cosa in ufficio..."
Una cosa in ufficio che ha a che fare col sesso... penso...
"uhm.. che genere di cosa?" dico.

"Il capo ... ci ha provato..."
"ah... quando?"
"stasera quando erano andati via tutti. mi ero fermata perché lui mi ha chiesto di fare

delle fotocopie... penso lo abbia fatto apposta..."

"e come ci ha provato?
"mentre stavamo per uscire..."

"avete fatto sesso?"
"no ... lui voleva... ma io no... non ho voluto..."
"che è successo?"

Sento timore ed eccitazione insieme. Non so nemmeno se sia vero. O se sta improvvisando

una fantasia per eccitarci.


"mi ha preso la mano e se l'è messa, sul cazzo, sopra i pantaloni..."
"ce l'aveva duro?"
"si, duro..."
"e tu che avevi fatto... perchè era eccitato?"

"non lo so... non avevo fatto niente, stavo facendo le fotocopie e lui era dietro al Pc"
"magari stava guardando un porno..."
"non lo so. ti giuro che non avevo fatto niente. lo sai che non mi piace per niente, come

uomo dico..."

"e insomma ti ha messo la mano sul cazzo... era grosso?"


"si ... troppo grosso ... mi faceva paura... aveva uno sguardo lucido e mi teneva forte

il polso... mi faceva male..."
"e tu che hai fatto?"
"io cercavo di tirare indietro la mano ma lui me la teneva... lui è più forte di me..."
"e allora? potevi strillare no?"
"nooo che figura ... nooo non potevo..."
"e poi?"
"lo ha tirato fuori..."
"e..."
"mi ci teneva la mano sopra e me la muoveva su e giù... era grosso..."
"e tu?"
"io dicevo che non volevo...cercavo di tirare via la mano... lui mi ha detto che era

tutto il giorno che mi guardava e lo avevo fatto arrapare e ora dovevo fare qualcosa..."

Intanto si muove lentamente su di me. Io ho il cazzo durissimo dentro di lei, sento che è

bagnatissima e parla lentamente... fra un mugolio e l'altro... "
"e poi?" le dico...

"mi ha detto di spogliarmi... che voleva vedere com'ero bella..."
"e tu che hai fatto? ... lo hai accontentato?"

"no no non mistero una troia ... lui avrebbe voluto...ma io non volevo..."
"che ha fatto lui?"

"ha aperto la porta del ripostiglio e mi ha spinto dentro..."
"e che ha fatto?"
"mi ha spinto giù ..."

"ma perchè nello stanzino?"
"non lo so... forse temeva che venisse qualcuno..."

"te lo ha messo in bocca?"
"si..."
"avevi detto che non ci avevi fatto sesso"
"io non volevo... mi ha costretta"
"glielo hai leccato?"
"si"
"glielo hai succhiato?"
"si"
"sei una troia... potevi rifiutarti..."
"no amore come potevo... ce l'aveva così duro... sicuramente se non facevo qualcosa si

sarebbe offeso... capisci? magari mi licenziava... insomma mi pareva brutto..."

"ah ti pareva brutto non fargli un bocchino... sei una grandissima troia..."
"no dai... a me non piaceva... non aveva nemmeno un buon odore ..."

"ah puzzava...?"
"un po'... ma solo un po'... era un po' forte... ecco... sai come quando andiamo fuori e

magari te lo faccio mentre torniamo in macchina ... a volte.. per gioco.. ecco, così..."

"insomma sapeva di cazzo che è tutto il giorno che non è lavato ..."

"si... insomma era forte..."

"e tu?"
"io per non sentirlo me lo mistero messo in bocca... "
"glielo hai pulito tu..."
"si..."



"che diceva?"
"diceva che ero brava, che gli dovevo fare un bocchino al giorno"

"ah ... un bel programma per i prossimi giorni... ti stavi impegnando?"

"io si... volevo finire presto, avevo paura che venisse qualcuno... pensa se fosse

tornato Carlo o Angela... che hanno le chiavi.."

"quindi... è venuto?"
"non subito ... prima ha cercato di scoparmi... "
"nello stanzino?"
"si, mi ha girata e appoggiata allo scaffale... ha cercato di slacciarmi i jeans ... per

fortuna erano stretti..."
"non ci riusciva?"
"no... mi teneva schiacciata giù con un braccio sulla schiena e con l'altra mano mi

sbottonava i pantaloni... è riuscito a infilare una mano dentro... ma io non volevo..."
"come mai non ti sei fatta scopare? sicuramente eri eccitata... dopo che glielo avevi

ciucciato... "
"noooo non volevo... e poi ... mai concedere tutto subito no.. "
"che puttana... allora hai deciso che ti farai scopare?"
"non lo so amore... capisci... come faccio a dire di no a questo punto?

" allora?"
"ha provato ancora un po' poi mi ha girata di nuovo mi ha spinta giù e me lo ha rimesso

in bocca..."
"come stavate?"
"lui era in piedi davanti a me... io ero seduta sui talloni, appoggiata agli scaffali..."
"eri incastrata ..."
"si... non riuscivo a respirare... me lo spingeva dentro..."
"ti teneva la testa?"
"si e poi c'era lo scaffale... ero bloccata..."
"quindi era lui che si muoveva..."
"si... mi ha proprio scopata in bocca... quel maiale..."
"è venuto subito?"
"si... quasi subito..."
"ti è venuto in bocca?"
"si... "
"come? te lo ha detto?"
"si. mi ha detto: sto per sborrare... vedi di non farmi sporcare i pantaloni... ingoia

tutto ..."
"era tanto?"
"si... ha fatto 6-7 schizzi... i primi erano proprio grossi...era tanto... mi stava

strozzando..."
"hai ingoiato tutto?"
"si... me lo aveva detto... ma anche se non avessi voluto non sarei riuscita a

sputarlo... me lo spingeva dentro mentre veniva... era difficile ingoiare...ma ci mistero

riuscita...."

" puttana schifosa... e poi?"
"me lo ha tenuto in bocca fino a che non gli si è ammosciato... ha detto: continua a

succhiare tutta la sborra e puliscilo bene..."

"aveva paura di sporcarsi le mutande... magari la moglie gliele controlla... tu glielo

hai pulito bene, allora?"
"si e poi gliel'ho rimesso dentro i pantaloni"
"che ti ha detto?"
"che mistero stata brava ma che la prossima volta vuole mettermelo nella fica e nel culo"
"e tu?"
"gli ho detto che ce l'ha troppo grosso e che mi avrebbe fatto male..."
"lo avrai fatto contento..."
"ha detto di non preoccuparmi che in ufficio ha la vaselina e che mi sarebbe piaciuto"
"poi che hai fatto?"
"mistero andata in bagno... "
"ti sei masturbata?"
"si."
"sei una troia"
"si..."
"ti farai scopare e inculare?"
"si, penso di si... devo lavorare... mi capisci... no? se non lo faccio mi licenzia..."
"ma a te piace..."
"no... io lo faccio perchè mistero obbligata... lui è brutto e volgare..."
"perché è volgare?"
"si è fatto leccare ... mi spingeva le palle in bocca... voleva farsi leccare il culo..."
"non me lo avevi detto..."
"mi era passato di mente..."
"quello è un porco... ti farà di tutto..."
"amore, non ci posso fare niente... abbiamo bisogno di un altro stipendio per il

mutuo..."
"si. ma tu sei una troia e ti piace"
"solo un po' amore. solo un po'. lo faccio per te. per noi"

La prendo e la faccio scendere col viso verso di me. La bacio.
"Ti sto baciando e ti sei presa una sborrata in bocca poco fa..." dico.

"Si..."
Si muove sempre più forte e inizia a godere.
Vengo insieme a lei e le riempio la fica.

Si appoggia a me. Ci baciamo.
"amore... ma... è vero quello che mi hai raccontato?"
Mi dispiace……. Non tutto…….cioè……
In verità mi ha già scopata……..
coppiacuckold

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#32
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bel finalino, hehehe
cerchiamo un vero Signore 55-65enne, che diventi l'amante fisso di Maria e il Master di stefano
http://www.cuckoldplace.com/14_49614_0.html
maxbracci

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#33
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Ancora preso dalla rete

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Cuckold, il cornuto nell’angolo
10 agosto 2009




Si muove come una pornostar navigata la mia Sara. Ondeggia il culo, abbassa le braccia su cui è appoggiata, nella posizione a pecorina, quella che le piace di più. Marco sopra di lei, la prende con forza. E lei gode, come fa sempre quando sente salire dentro di l’impeto naturale.
Mi guarda e mi osserva, con i suoi occhioni blu. E io guardo lei.
La stanza di questo albergo è pregna di odore di sesso ormai. Ho perso il conto dei minuti, Marco è insaziabile e Sara non cede. Fanno sesso con gusto, si vede, almeno questo glielo concedo. Marco accelera e i seni di Sara incominciano quell’oscillare che mi ha sempre fatto impazzire.
Ho una mezza erezione, Sara lo capisce subito, e incomincia a darci dentro. Si morde il labbro, adesso sembra sia lei a scopare lui. Lo fa sempre, quando mi vede seduto nell’angolo con l’uccello barzotto. Si eccita nel vedere suo marito cornuto con l’erezione, mentre fa sesso con un altro. Me lo ha detto di più volte, ed è sicuramente la verità.
Marco grugna, Sara è scossa da fremiti di piacere. Il letto cigola, ma loro due non ci fanno caso. E vanno avanti ancora così, con lei che mi guarda ogni volta che apre gli occhi, quasi a controllare che sia ancora li. Finalmente il bull le viene dentro.
Ho un mezzo sospiro di sollievo, un po’ perchè è quasi finita, un po’ proprio perchè è “quasi finita”… Sento già i loro risolini da coppietta affiatata. E Sara infatti mi sorride, mi fa cenno di avvicinarmi. So cosa vuole. Non voglio farlo. Ma non posso dirle di no. Se dicessi di no finirebbe tutto, e non posso permetterlo.
Mi aspetta sdraiata, sul letto, a guardare il soffitto. Poi si appoggia sui gomiti, apre le gambe, mi afferra la testa e la spinge sul suo sesso. Mi guarda negli occhi mentre la lecco, mentre… lecco lo sperma di Marco. E’ umiliante, lo sa. E gode di questo. Ho già sentito questo odore, questo sapore. Lei mescolata a lui, e quel lui non mistero io.
Anche Marco mi guarda, e forse è la cosa peggiore. Perchè un conto è Sara, mia moglie, la donna per la quale farei qualsiasi cosa. Un conto è lui, ovvero colui che mi rende cornuto, che scopa mia moglie, che la fa godere, che fa cose che a me non mistero permesse. Ho il sospetto che anche a lui piaccia umiliarmi. Qualcosa dentro di lui che spunta ogni volta che lecco il suo sperma colare dalla vagina di mia moglie. Ed il sospetto diventa certezza quando sento la sua mano prendermi la nuca e guidarmi verso le gocce di sborra rimaste sulle cosce di Sara.
“Lecca tutto, da bravo, fai il tuo dovere e poi vai a farti una sega in bagno” mi dice Marco. Uno sguardo di intesa tra lui e Sara sancisce la loro complicità. Dovrò fare il *** dovere, fino in fondo. Perchè anche questo fa parte della vita del cuckold: farsi una sega dopo aver leccato lo sperma del bull.
gabo1977

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#34
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dialoghi


Lo senti? Ho le mutandine bagnate.
Posso?
Sì senti, metti la mano qui.
Sì, lo sento amore.
Cioè, è pazzesco: mica abbiamo fatto niente. Senti...
Si amore incredibile, mistero proprio umide.
E sentissi la fica...
Posso?
No.
Solo da sopra, solo le mutandine, senti…
Ma cosa è successo?
Niente. È questo che è pazzesco.
Abbiamo solo parlato un po’ al bar. Mi ha detto cosa ha voglia di farmi...
E non ti ha toccata?
Magari. No, eravamo al bar, ti ho detto, mica la tua fidanzata è una che si fa mettere una mano sotto la gonna al bar.
Per fortuna…. metti che qualcuno lì ti conoscesse.
Guarda tesoro non ti credere che se avesse insistito….
Cosa avresti fatto?
Sicuro di volerlo sapere?
Si amore, ti prego.
Mi sarei fatta portare i bagno per succhiarglielo.
Davvero?

Giuro, molto, ma molto volentieri
E invece niente?
Macchè, abbiamo solo parlato e io mi mistero bagnata in modo vergognoso.
Incredibile.
Con te non mi è mai capitata una cosa del genere.
Grazie eh….
Ma è vero tesoro.
Ma che ti diceva?
Te l’ho detto: quello che ha voglia di farmi. E che mi farà...
E che ti farà?
Non so se ho voglia di raccontarti amore, che poi ti sfinisci di seghe!
Ma i patti erano che almeno mi avresti raccontato…
I patti, i patti. Tesoro..
Ma erano così…
Ma secondo te, con uno che mi fa bagnare in questo modo, io penso ai patti con te?
No immagino che tu abbia altro per la testa. E’ evidente.
Sì ho in mente lui. Hai indovinato.
E come siete rimasti d’accordo?
Che la prima volta che lui si libera da quella stronza di sua moglie, usciamo assieme.
E non vedi l’ora vero?
Guarda mi bagno ancora solo a pensarci.
Andrai fino in fondo?
Io andare fino in fondo? Non c’è dubbio, ma non per infierire tesoro, ma sarà lui a venire e tanto sulla tua fidanzata: lo sai.
Eh lo so.
Voglio dargli tutto.
Tutto?
Dalle idee che mi ha detto di avere mi sa che gli darò anche di più...
Di più cosa amore?
Non lo so ancora, ma mi piace l’idea che lui possa avere non solo quello che a te non do più, ma anche quello che a te non ho mai dato.
Così mi fai impazzire...
Ce l’hai duro?
Si amore. Vuoi sentire?
Figurati che me ne frega tesoro.
Potresti almeno farmi venire questa sera: mi basta con le mani...
Scordatelo tesoro io non te lo tocco nemmeno per sogno.
Dai ti prego, questa situazione mi toglie il fiato.
A me invece è lui che mi toglie il fiato.
Eh vedo...
Si vedivedi: io a te nemmeno ti vedo.
Coooosa?
Ma si tesoro, tu lo sai che devi stare al tuo posto in questo periodo. Io voglio lui e basta.
Eh amore ma non sarà facile per me. Lo sai che ti amo?
Dai smettila, io ho voglia di divertirmi. Se ti sta bene così bene altrimenti lo sai…
Cosa?
Beh, ne abbiamo parlato no?
No no, quello no!
Eh appunto: vuoi che ci prendiamo una pausa di riflessione?
No amore no..
Ecco e allora non rompere e lasciami divertire!
Ci provo...
Poi magari ti racconto e così ti fai le tue seghette.
Lo sai che ti amo e farei tutto per te
Tuttotutto?
Certo amore lo sai. Puoi chiedermi tutto.
Una cosa la vorrei.
Dimmi…
Sai, se riesco a vedermi con lui avrò bisogno di un po’ di intimità.
Eh... immagino purtroppo.
E se lui si riesce a liberarsi dalla moglie, magari per stare un po’ tranquilli potremmo usare il tuo appartamento.
Cooooooosa?
Ma si dai…
Non puoi chiedermi questo!
Ecco vedi? Dicevi che posso chiederti tutto e che mi ami...
Eh ho capito amore, ma questo è veramente troppo.
Ma da me non posso farlo venire. Cosa penserebbe mia sorella?
Beh ma cazzo... Non posso crederci che stiamo parlando di questo ma…
Ma?

Ma non puoi farlo venire da te quando non c’è tua sorella?
Ma lo sai che quella sta sempre a casa a studiare!
Eh ho capito, ma come fai a portarlo da me?
Gli dico che è l’appartamento di un *** amico che è tornato a casa per le vacanze.
Ah grazie…
Ma sì e poi il tuo appartamento è più bello.
Grazie mistero proprio lusingato…
Basta che fai sparire le mie foto, se no come glielo spiego?
Ecccerto. Ma scusa, cosa sa di me lui?
Poco o niente.
Ma sa almeno che esisto ‘sto stronzo?
Adesso non fare l’antipatico…
Eh scusa, ma cosa sa?
Sa che ho un fidanzato ma…
Ma?
Ma che insomma, non so come dirlo…
Cosa?
No è che poi magari ti incazzi...
No no dimmi?
Dimmidimmi e poi invece ti incazzi...
No amore ti prometto che non mi incazzo!
Seeeee...
Dai...
Sì insomma gli ho detto che con te, come dire…
Cheeeeee: parla amore!!!
Si insomma che non facciamo sesso...
E perché?
Cosa perché? Perché non faremmo sesso o perché gliel’ho detto?
Tutte e due amore, mi stai facendo impazzire. Non posso crederci che stiamo facendo questo dialogo assurdo!
Assurdo sarai tu.
No scusami amore, ma ammetterai che è un dialogo surreale.
Un po’ forse. Ma come la fai difficile…
Eh e tu invece la fai facile.
Insomma gli ho detto che non mi scopi sia perché così capisce che ho voglia, ma anche perché un po’ tesoro è vero.
Eh grazie me ne accorgo, ma non è certo colpa mia.
Lo so che tu vorresti, ma con te lo sai che non mi va più: io voglio lui.
Sì sì questo ormai si è capito amore.
Ma a lui, non capisco, gli hai detto perché non scopiamo?
Eh mica posso dirgli che non la do a te perché vorrei tanto darla solo a lui!
Beh meno male.
Eh non so se avresti preferito questo...
Perché?
Eh perché gli ho detto che non scopiamo per colpa tua.
Per colpa mia? È il colmo.
Si gli ho detto che, insomma...
Insomma che?
Che insomma non sei capace...
Cioè?
Si insomma che sei mezzo impotente.
Porca troia! Pure questo amore: sai che sputtanata! È proprio il colmo...
Eh, ho pensato che così pensa che dovrebbe consolarmi!
Cazzodio immagino…
Dai smettila!
Eh smettila! Pure da impotente mi tocca passare, con il cazzo duro che mi fai venire perennemente! Pensa questo come se la spasserà a scoparsi la mia fidanzata...
Speriamo proprio...
E sai che risate si farà su di me…
Si vabbeh ci divertiremo io e lui non questo è certo, ma tornando a noi insomma?
Insomma che?
Insomma mi presti il tuo appartamento?
Cioè, tu vorresti a casa mia per farti scopare da lui?
Dai è meglio anche per te se lo faccio qui. Così sei più sicuro...
Si sicuro di essere cornuto!
Beh quello lo sei da un pezzo e spero che presto le tue corna crescano un bel po’...
Porcatroia.
Che volgare che sei stasera tesoro… allora?
Si ho capito, va bene ti presto l’appartamento.
Bravo facciamo così: quando so che lui è libero, ti avviso per tempo così fai in tempo a far sparire le mie foto e a sparire anche tu.
Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?
Certo tesoro e ti dirò che a vederti così cornuto e obbediente mi sto bagnando di nuovo...
Davvero?
Certo, non sei contento che anche tu a modo tuo mi fai bagnare un poco?
Eh figurati preferirei farti bagnare in un altro modo...
Accontentati tesoro...
Mi accontenterò.
Ti conviene. Ora però vado a casa che devo studiare un po’ che sennò mia sorella chi la sente.
Ma amore, non è che potresti ripensarci?
A cosa?
Al fatto di toccarmi almeno un po’...
Dai smettila che stai diventando patetico.
Dai amore, sarà quasi un mese che nemmeno mi tocchi.
Beh fattene una ragione...
Ma non ho proprio speranze?
No tesoro dai fatti le tue seghette e non rompere!
Eh quelle non mancano...
Immagino: che pena, come sei ridotto...
Eh che devo fare? Mi cerco anche io una amante?
Tu provaci e vedi che fine fai!
Lo so lo so, scherzavo amore.
Ora però devo scappare tesoro.
Ti amo.
Sìsì.
gabo1977

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Posts: 10
#35
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complicità
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Non è la prima volta che mi capita di fare da autista.
Li ho portati a cene, a feste, ho accompagnato lei in qualche albergo dove lui la aspettava.
O mistero andato a prenderlo per portarlo a casa nostra.
Ma è la prima volta che mi tocca riportare a casa lui dopo che a casa mia si è scopato con comodo la mia donna.
“Mia” si fa per dire ovviamente.
Si chiama Marco e da due anni si scopa la mia fidanzata.
All’inizio è stato un gioco tra noi: tra me e Anna, la mia ragazza, intendo.
Eccitante e trasgressivo.
L’ennesimo limite che volevamo superare assieme
Poi però Marco è diventato qualcosa di più.
Di più profondo, come dire?
Cioè un po’ alla volta lui è diventato più di un gioco.
E lei da me ha preteso sempre di più e a darmi sempre di meno.
Anna ha preso una cotta per Marco: io all’inizio pensavo fosse una cosa passeggera.
E come mi eccitava vedere la mia donna che scopava con un altro, un po’ alla volta ha cominciato ad farmi andare fuori di testa il fatto di non essere solo spettatore, ma vestire i panni scomodi ed eccitanti del servitore.
Ma ad Anna non bastava
Ho assistito inebetito, e con il cazzo sempre più duro ammettiamolo, al fatto che la cosa diventava sempre più frequente ed intensa.
Che lei godeva come una matta con lui
Che lo cercava ossessivamente.
Beh sarebbe lungo raccontare come mistero scivolato sempre più giù.
Ma è capitato.
E’doloroso, ma non riesco a farne a meno.
E se anche io riuscissi a farne a meno, dell’umiliazione, della sottomissione, della perversa eccitazione della negazione, beh Anna dubito che potrebbe farne a meno ormai.
Per cui perché farsi domande?

Guido la macchina piano per riaccompagnarlo a casa, stavo ascoltando del buon jazz per calmarmi ma ho dovuto spegnerla:
“spegni la musica che devo parlarti” mi ha detto in tono perfino brusco.
Marco è salito sul sedile davanti della mia bmw serie 5 blu notte, la macchina che ho comprato perché ad Anna piaceva tanto.
Qualche volta, non so se per umiliarmi o proprio perché mi considera naturalmente al suo servizio, sale sul sedile dietro anche se è da solo.
Quando è con Anna invece sale sempre dietro, assieme a lei.
Anna ama trattarmi da autista, farmi impazzire sussurrando parole d’amore a Marco mentre guido; baciarlo o sospirare quando lui le infila una mano sotto la gonna.
Sa che il *** cazzo esplode quando lei si sporge verso di me per appendere sul retrovisore interno le sue mutandine “queste te le metto qui amore, tanto a me no servono”e torna a sedersi ridendo assieme a Marco.
Li accompagno a cena ed aspetto fuori.
Fino a che lei non mi manda un sms.
e allora succede sempre più p meno la stessa scena.
Io entro nel ristorante per andare alla cassa a pagare: “le pago il conto di quella coppia”.
E mentre io pago escono abbracciati ridendo.
Lei passandomi vicino mi concede un “grazie amore per la cena fantastica, ora portaci a casa” con un bacio sulla guancia e la mano stretta a quella di Marco, mentre io consegno la mia visa oro ad un imbarazzatissimo cameriere.
continua
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cmarino3

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#36
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maxbracci:
Ci mistero situazioni cuckold in cui la moglie ha con l'amante una relazione stabile e il marito ne è felicissimo. Il classico menage a trois. Può capitare che prima che nella coppia entrasse l'amante fisso la coppia avesse cercato figli che non mistero venuti, malgrado non vi fossero patologie di infertilità. Poi un bel giorno arriva lui. Lui un amante meraviglioso che entrando nella coppia fa in un certo senso innamorare tutti e due.

Ecco che l'amante (fra l'altro in via di separazione dalla propria moglie) viene a casa a dormire con la coppia. Ovviamente il marito sul divano letto accanto al lettone dove dorme la moglie non l'amante.

Nottate passate fra gemiti della coppia in amore e sublimi seghe del cornutissimo marito.

Poi un bel giorno il ritardo. Poi il test e il cerchietto che appare togliendo ogni dubbio.

...

...incredibilmente veritiera questa prima parte del "racconto", max!
Pensa che c'e' gente che l'ha vissuta in prima permistera...!
guasto

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Posts: 2
#37
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Racconto a puntate: se piace continuo...
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I
Non era certo sentire i suoi gemiti che mi faceva male, anzi, era l'unico motivo per cui ero ancora lì.
Soffrivo a pensare alle sue mani che accarezzavano un corpo che non era il ***, alle sue labbra strette su un altro membro, ai suoi muscoli tesi sotto i colpi di un altro uomo.
Lui era arrivato da almeno un'ora, non potevo dirlo con precisione, ma io ero già nella mia stanza, pronto.
La preparazione era bellissima: mi permetteva di guardarla mentre si spogliava e si faceva la doccia. Poi, nei giorni migliori, mi chiedeva addirittura di aiutarla ad asciugarsi. La divertiva molto guardarmi negli occhi mentre si vestiva, soprattutto quando si infilava, con studiata lentezza, le scarpe. In quei momenti sapevo e vedevo quanto mi amava. Capivo che il nostro gioco era difficile e meraviglioso, ma non solo per me.
Ricordo il fremito che mi correva lungo la schiena quando prendeva il telefono con una mano e il *** guinzaglio con l'altra. Si accomodava in poltrona accavallando le gambe e facendomi segno di mettermi a cuccia vicino a lei. Sapevo cosa si aspettava da me: mentre rideva alle battute, stuzzicava l'interlocutore e prendeva con lui l'appuntamento, io le leccavo piano - per non disturbarla - ma con passione - per non indispettirla - le scarpe, dalle quali ricevevo qualche distratto calcetto.
Stare nudo e al buio, nella stanzetta, accovacciato sul pavimento e con il guinzaglio legato alla parete ad ascoltarla godere con un altro e fare godere lui: sapermi lì aumentava a dismisura il suo piacere, così diceva, e questo fomentava il ***.
Faceva sempre in modo che io sapessi tutto, soprattutto quando lui godeva. I baci erano pochi, ma sempre molto appassionati e rumorosi, in modo che io li sentissi bene.
Lo mandava via abbastanza in fretta e poi veniva da me. Il cuore mi esplode ancora come allora: apriva la porta e io la vedevo davanti a me, nuda e bellissima. Mentre riprendeva il guinzaglio legato alla parete io finalmente potevo leccarle i piedi per pochi attimi. Poi mi trascinava con sé, verso il letto, su cui si sdraiava a rifiatare. Io guardavo i suoi passi, la vedevo muoversi a pochi centimetri da me che la seguivo carponi, sognando la sua pelle, il suo profumo. Desideravo soltanto poter pulire il suo corpo, per sentirla mia.
Una sola parola in tutto il giorno, appena sdraiata: “Leccami”.
guasto

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#38
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II

Era cambiata. Mi amava ancora, ne mistero certo, ma era diversa.
Adoravo leccarle ogni centimetro di pelle ancora un po' sudata dall'orgasmo, cominciando dai piedi in segno di devozione e finendo di nuovo con i piedi finchè non si addormentava. Mi aspettavo da un momento all'altro, risalendo sul suo corpo con la lingua, di sentire il gusto inconfondibile dello sperma: a quel punto le iniziava a gemere e mi tirava o mi spingeva la testa in mezzo alle sue gambe per farla godere ancora. Quando era stanca mi allontanava con un piede per sdraiarsi prona, permettendomi di leccarle il culo. Dopo un tempo incalcolabile si alzava sui gomiti. Allora sapevo di dovermi inginocchiare di fronte a lei per masturbarmi. Mi guardava venire e sorrideva compiaciuta mentre leccavo tutto il *** seme dalla mano guardandola negli occhi.
Così, dopo una carezza sulla testa, si risdraiava e io tornavo a suoi piedi, per farla addormentare sentendomi totalmente suo.
Un giorno, però, mi disse che voleva cambiare gioco.
Si sedette alla sua poltrona, le gambe accavallate, mi fece spogliare ed inginocchiare e mi disse: ”Ho incontrato un uomo”. Il *** cuore smise di battere. Credevo che sarei morto. Amavo il bruciore che mi pervadeva le viscere quando lei era con un altro a pochi metri da me, ma questa volta era diverso. Si capiva perfettamente dal tono e dallo sguardo.
“Mi ha rapito l'anima, non riesco a resistergli. Ci siamo già visti un paio di volta a casa sua”. Stavo per alzarmi e mettermi ad urlare. Mi aveva tradito! Così mi tradiva, perchè io non c'ero.
Se ne accorse subito e inizio a far dondolare la scarpa. “Guarda il *** piede”, disse. Volevo dirle di no e andarmene, ma sapeva esattamente cosa fare per inchiodarmi a lei. Cominciò a parlarmi dolcemente: ”Sei arrabbiato, povero bimbo ***, eh? Lo so, lo so, ma adesso vedrai che ti passa tutto. Dai, fammi vedere quanto mi ami, baciami il piedino che ti piace tanto”. Ero arrabbiato, sì, ma la sua voce, il suo sguardo, mi facevano impazzire. Mi chinai piano piano verso il suo piede, mettendomi a quattro zampe. Sorrideva. “Ma guarda guarda, il cazzetto ti è diventato subito duro. Leccami il piede come piace a te, io intanto ti racconto”. Credevo di non farcela, ma appena ebbi il suo piede vicino alle labbra iniziai a leccare e fui immediatamente, di nuovo, completamente suo.
“E' un po' duro, sai, con me, ma io non posso fare a meno di obbedire. Mi ha detto che non vuole che veda altri uomini. Sai, ho dovuto dirgli di noi due, del nostro giochino”. Le leccavo il piede e non potevo credere che stesse dicendo davvero quelle cose. Nessun altro prima aveva saputo di noi.
“Ha voluto che gli leccassi il cazzo molto a lungo, come stai facendo tu ora col *** piede. E che glielo succhiassi, come stai facendo con le mie dita”. Stavo letteralmente impazzendo: la amavo, la odiavo, godevo e piangevo. Tutto insieme. “E poi mi è venuto in bocca e ho ingoiato”. Non ce la feci più. Non lo aveva mai permesso a nessuno, men che meno a me! Non aveva mai ingoiato lo sperma prima di allora. Sentii degli spasmi agitarmi. Non volevo, cercai di trattenermi con tutte le mie forze, ma fui preso da un'ondata improvvisa ed incontrollabile di piacere immenso. Succhiai ancora più avidamente il suo piede, incontrando il suo sguardo sorridente e compiaciuto nel vedermi godere così, senza neppure toccarmi, e venire copiosamente sull'altro piede poggiato a terra, sapientemente, nell'esatta posizione per essere inondato, con la decoltè calzata, dal *** fiotto caldo.
“Bravo, bimbo ***”, disse, “Ora pulisci per benino dove hai sporcato”.
luielei

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#39
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grande guasto... continua!!!!!!!!!!
chiappeviola

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#40 · Edited by: chiappeviola
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Tradotto da un racconto in inglese (e un po' adattato ai miei gusti) trovato su un altro sito ...

In campeggio

Primo giorno
La ragazza alla reception era sembrata un po' confusa mentre le spiegavo dove volevamo essere sistemati, ma alla fine ci aveva trovato il posto che cercavamo. Le avevo spiegato che io, mia moglie, e un nostro caro amico stavamo cercando il posto più isolato possibile. Ci aveva portato al fondo del campeggio, un piccolo spiazzo sul bordo del bosco, con la tenda più vicina a oltre cinquanta metri di distanza. Il Sig. Gianni aveva annuito il suo assenso, e io mi ero messo subito al lavoro.
"Attento con la cena, Lardoso", mi aveva avvisato il Sig. Gianni "Non voglio ancora panini molli e uova rotte, come l'ultima volta ... o ti faccio assaggiare la frusta!"
"Sì Signore" avevo risposto abbassando un po' la testa.
"Buon divertimento Lardoso" aveva aggiunto la Sig.ra Francesca, con un sorriso dolce ma condiscendente. "Torniamo subito."
E con quello si erano messi in costume da bagno e se n'erano andati a esplorare i dintorni. Di soppiatto, avevo spiato il culetto della Sig.ra Francesca ondeggiare deliziosamente nel minuscolo tanga mentre si era incamminata col Sig. Gianni a prendere le bici dal portabiciclette sul retro della macchina. E dico 'di soppiatto' perché l'ultima volta che il Sig. Gianni mi aveva sorpreso a guardare il culetto della Sig.ra Francesca si era tolto la cinghia dei pantaloni e mi aveva frustato a sangue.
Mentre se ne erano andati in sella alle loro bici ridacchiando, avevo gettato un'occhiata all'interno della macchina: avevo ancora un sacco di lavori da fare.
Quando la Sig.ra Francesca e il Sig. Gianni erano ritornati, due ore dopo, avevo sistemato la nostra area di campeggio alla perfezione. La grande tenda l'avevo sistemata proprio ai margini del bosco, e la piccola davanti, in modo da assicurare alla Sig.ra Francesca e al Sig. Gianni la massima privacy. Avevo inoltre sistemato un grande telo di plastica a coprire l'area pranzo e l'angolo cottura, e avevo acceso il fuoco. Mi mancavano ancora solo poche cose da scaricare.
"Dov'è la cena?" aveva chiesto il Sig. Gianni.
"N-non l'ho ancora p-preparata ... S-signore."
"E perché no?"
"N-non ho f-fatto in tempo, S-signore."
"Beh, allora muoviti e preparala, ché ho fame. E aggiungiti tre demeriti" aveva ordinato.
Ora, qui devo brevemente spiegare qualcosa. Quando il Sig. Gianni mi aveva portato via mia moglie e si era stabilito a casa nostra, mi era nata questa fantasia di essere non solo fatto cornuto, ma anche fisicamente punito da quel maschio dominante. E avevo anche inventato un sistema di mancanze e correlative punizioni, ma il Sig. Gianni non ne era sembrato interessato. Aveva pensato che fosse già di per sé quanto meno strano avermi ancora attorno dopo che era diventato 'l'uomo di casa' --per cui l'idea di aggiungere un giochino SM non lo interessava.
Alla fine però, aveva cominciato a intravvedere il beneficio di castigarmi. E io avevo subito realizzato che le punizioni che aveva preso con sempre maggior gusto ad amministrarmi non mi eccitavano poi come avevo pensato. Non scenderò in dettagli, ma in breve il Sig. Gianni prese a utilizzare – rendendolo sempre più severo – il sistema meriti/demeriti che avevo inventato.
Inizialmente, avevo proposto che i demeriti implicassero punizioni, ma che ogni merito avrebbe avuto l'effetto di annullare un demerito. Per ogni demerito, io avrei potuto scegliere tra vari metodi disciplinari. Per esempio, all'inizio ogni demerito valeva trenta cinghiate, o venti colpi di frusta, o venti colpi di battipanni, o dieci bastonate colla canna, o due giorni extra aggiunti alla mia tabella di masturbazione supervisionata da mia moglie e/o il suo amante (per il resto del tempo, dovevo portare una cintura di castità). Gradualmente, però, il Sig. Gianni aveva modificato le tabelle, così che per ogni demerito la punizione era prima raddoppiata, poi triplicata. Inoltre cominciarono a occorrere prima due, poi tre meriti per annullare ogni singolo demerito.

* * *
Così, avevo cominciato a preparare la cena, mentre il Sig. Gianni e la Sig.ra Francesca se ne erano rimasti seduti davanti al fuoco parlando di quello che volevano fare durante la vacanza. E con tre demeriti tra capo e collo, continuavo a pensare; secondo le ultime tabelle, questo significava 270 cinghiate, oppure 180 colpi di frusta o di battipanni, o 90 bastonate ...
Avendo finito di scaricare la macchina, preparare le tende e la cena a tempo di record, avevo sperato di guadagnarmi almeno tre meriti, così che i demeriti mi fossero ridotti a due. Ma quando il Sig. Gianni e la Sig.ra Francesca avevano finito di mangiare, e io stavo cominciando a pulire, mi ero accorto che così non sarebbe stato.
"Lardoso!" ... uh, oh!
"Tra poco farà buio. Ho bisogno di qualcosa con cui castigarti. Quando hai finito di riassettare, vai a cercare un buon bastone per frustarti. E che sia ben resistente, mi raccomando. Tre demeriti fanno duecentosettanta frustate, e se mi si spezza il bastone prima che abbia finito di somministrartele come è successo l'anno scorso, giuro che ci aggiungo cinquanta scudisciate collo sjambok!"
A dire il vero, visto che avrei dovuto trovare un bastone per farmi picchiare, avrebbero dovuto essere solo 90 colpi, e non 270. Ma chi si sarebbe azzardato a farlo notare al Signor Gianni?
Marcava male ... molto male!
"Sissignore" avevo risposto.
Sapevo che dovevo trovare un buon ramoscello, con una buona elasticità. Uno troppo secco mi avrebbe solo tagliato la pelle, e presto si sarebbe rotto. Ma una buona sferza ben flessibile avrebbe inflitto il massimo dolore sulla carne nuda del *** sedere, richiedendo solo un minimo sforzo da parte del Sig. Gianni per impartirmi la punizione. Alla fine avevo trovato il ramoscello perfetto: circa un metro e venti di lunghezza e due centimetri di spessore, robusto ma flessibile, senza troppe foglie.
Avevo impiegato alcuni minuti per toglierle tutte e lisciare per bene la superficie della sferza, ma quando avevo terminato sapevo di aver creato uno strumento di correzione molto efficace. Mentre porgevo al Sig. Gianni il bastone, una sensazione di orgoglio per la mia abilità manuale si era mescolate alle solite emozioni d'intensa umiliazione e paura del castigo.
Ridacchiando di me, la Sig.ra Francesca era entrata nella tenda per prepararsi per la serata, mentre il Sig. Gianni e io ci eravamo incamminati verso il bosco; io davanti, e lui di dietro, facendo sibilare la sferza a ogni passo. Mi aveva fatto portare il nastro da pacchi, e io sapevo perché. Quando era stato soddisfatto di aver raggiunto un posto abbastanza isolato dal resto del campeggio, mi aveva ordinato di denudarmi e piegarmi in avanti.
Poi mi aveva frustato come al solito, con l'unica differenza del nastro da pacchi sulla mia bocca, così che nessuno mi sentisse urlare. E come al solito, quando aveva smesso di frustarmi io singhiozzavo come una bambina di otto anni, e il *** sedere era talmente livido e gonfio che non riuscivo nemmeno a rimettermi il costume.
Eravamo ritornati alla tenda, il maschio alfa che faceva strada a testa alta, e il perdente sottomesso, col costume alle ginocchia e il culo appena battuto a strisce vola che lo seguiva a capo chino.

* * *
La Sig.ra Francesca aveva aspettato nella tenda che il Sig. Gianni finesse di correggermi colla frusta. Quando eravamo ritornati, l'ingresso alla tenda era parzialmente aperto, così che avevo avuto un secondo per intravedere il suo abbigliamento. Si era messa biancheria di seta bianca, completa di tanga, reggiseno semi-trasparente, calze e reggicalze di pizzo. Mi faceva impazzire di gelosia che si agghindasse così per lui, e lui lo sapeva. Era entrato nella tenda sogghignando.
Sapevo che cosa dovevo fare. Mi ero seduto sul *** sedere battuto di fresco appena fuori della loro tenda, ed ero rimasto di guardia. Se qualcuno si fosse avvicinato, il *** dovere era di tenerlo lontano, così che il Sig. Gianni e la Sig.ra Francesca potessero avere la loro intimità.
Non era arrivato nessuno. Per quanto anche solo una minima distrazione sarebbe stata carina per me ...
Quello che infatti era cominciato come una serie di soffici mugolii femminili, era ben presto diventato una serie interminabile di sospiri e urla soffocate di piacere. La tenda aveva addirittura cominciato a traballare.
Poi, finalmente, i rumori erano cessati.
"Lardoso!"
Con gli occhi bassi ero entrato nella tenda, porgendo un asciugamano a Il Sig. Gianni. Poi mi ero inginocchiato ai piedi della Sig.ra Francesca.
"Che cosa aspetti Lardoso?" aveva detto stizzita la Sig.ra Francesca, "Avanti, muoviti, sai che cosa devi fare!"
Senza osare alzare gli occhi, ero strisciato tra le sue meravigliose gambe e avevo preso a leccarle la pisella fracica della sborra di Il Sig. Gianni.
Soddisfatta del *** lavoro, mi aveva poi scacciato con un micidiale ceffone sulla testa.
chiappeviola

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#41
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... continua

Giorno 2
Mi ero svegliato presto e silenziosamente avevo cominciato a preparare la colazione cercando di non svegliare il Sig. Gianni e la Sig.ra Francesca. Il *** sedere bruciava ancora per le bastonate che mi aveva amministrato il Sig. Gianni la sera prima - un richiamo costante al fatto che sarebbe bastato anche solo un minimo errore per essere frustato di nuovo. Una motivazione eccellente per svolgere il *** lavoro in modo perfetto!
Mentre finivo di preparare, li avevo sentiti svegliarsi. Avevo sentito le fusa asmisternate che la Sig.ra Francesca andava facendo al Sig. Gianni … mentre nella mia mente la vedevo strusciarsi voluttuosamente addosso a lui.
So che molti cornuti hanno delle grosse difficoltà vedendo le proprie mogli fare l'amore con altri uomini, ma per me la cosa più difficile è sempre stata vedere e ascoltare la Sig.ra Francesca e il Sig. Gianni scambiarsi gesti affettuosi quotidiani, e apparentemente banali, quali un bacio, un sorriso, una carezza … lo so che suona strano, ma queste mistero le ‘piccole cose’ che mi schiantano. Quindi, essere lì ad ascoltarli svegliarsi insieme (cosa che di solito non mi capitava mai) era quasi insopportabile. Volevo andarmene, ma sapevo che avrei dovuto essere lì quando fossi stato chiamato a servire la prima colazione.
Ciò che infatti era successo di lì a pochi minuti.
Quando ero entrato nella tenda, avevo subito notato che erano entrambi completamente nudi. La Sig.ra Francesca era rannicchiata contro il Sig. Gianni e gli stava accarezzando il petto.
Quando il Sig. Gianni e la Sig.ra Francesca avevano iniziato il loro rapporto di coppia, al Sig. Gianni non piaceva l'idea ch’io fossi presente mentre uno di loro due era nudo. Erano state le lusinghe della Sig.ra Francesca che alla fine lo avevano ‘ammorbidito’ all'idea. Ricordo ancora quando gli aveva detto come sarebbe stato eccitante per lei avere il suo maritino al loro servizio mentre erano nudi.
“Fagli vedere quant’è piccolo rispetto a te”, gli aveva detto.
Fa delle cose incredibili per la psiche di un uomo vedere il pene che porta all’orgasmo sua moglie, rendendosi conto quanto al confronto appaia pateticamente piccolo e inadeguato il suo. Il *** cervello aveva veramente ‘cliccato’ la prima volta che avevo visto il pene del Sig. Gianni: avevo immediatamente capito che non avrei mai più fatto l'amore con la Sig.ra Francesca. Anzi, a partire da quel momento sarei stato fortunato se fossi riuscito a masturbarmi un paio di volte al mese!

* * *
E per quanto da allora il pene del Sig. Gianni lo avessi visto parecchie volte, quella mattina entrando nella tenda con il vassoio della colazione in mano non avevo potuto fare a meno di avvertire la solita fitta di gelosia che mi pugnalava il cuore. Ma mi ero subito reso conto che, come al solito, per loro era quasi come se non fossi lì.
La Sig.ra Francesca aveva afferrato un pezzo di pane tostato, mentre con l’altra mano era scesa in basso, cominciando ad accarezzare il membro del Sig. Gianni che andava inturgidendosi. E non appena aveva sentito il pene del Sig. Gianni crescerle nella mano, la sua attenzione era stata distolta dal cibo: aveva appoggiato le labbra al collo del Sig. Gianni, e aveva preso a mordicchiarglielo al posto del pane tostato.
Il Sig. Gianni non aveva resistito a lungo. Le aveva afferrato la coscia e se l’era seduta su di lui. E non appena il suo pene si era completamente eretto, lei aveva smesso di accarezzarglielo e ne aveva guidato il glande tra le labbra della sua pisella.
L’avevo sentita sussultare dolcemente mentre si abbassava con studiata lentezza lungo il grosso pene del Sig. Gianni. Ero rimasto in ginocchio e avevo tenuto la testa bassa, reggendo ancora in mano il vassoio del cibo.
La Sig.ra Francesca era rimasta immobile ancora per qualche istante, assaporando la sensazione del pene del Sig. Gianni interamente sepolto dentro di lei. Poi aveva iniziato un’altra lenta ascesa lungo quell’enorme palo di carne.
Non si erano nemmeno presi la briga di cacciarmi fuori a fare la guardia. Il Sig. Gianni aveva solo continuato a pompare la Sig.ra Francesca per venti minuti o giù di lì –anche se a me erano sembrate delle ore.
Infine era venuto, esplodendo a fiotti il suo carico nella pisella della Sig.ra Francesca. Poi aveva smesso di muoversi, ma il suo pene era rimasto saldamente piantato dentro di lei.
Quindi la Sig.ra Francesca si era chinata su di lui e aveva cominciato a baciargli le labbra. Avevano continuato a pastrugnarsi per alcuni minuti, mentre il pene di lui andava ammorbidendosi, e una copiosa quantità di sperma cominciava a fuoriuscire dalla pisella di lei.
A quel punto, le ginocchia mi stavano uccidendo ormai. Non sapevo quanto tempo ancora sarei potuto rimanere ancora lì fermo.
Alla fine la Sig.ra Francesca mi aveva ordinato di infilare la testa tra le sue gambe.
Avevo messo giù il cibo e mi ero messo al lavoro.
beltram

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#42
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Regina dei Cazzi 1

Sono qui sdraiato su questo grande letto kingsize mentre sto lubrificando con la saliva la mia meravigliosa Donna che mi facilita allargando le sue belle abbondanti cosce.
La mia lingua è come se fosse a casa in un rituale consolidato sa dove andare, arrotolandosi raccoglie un po di saliva dalla bocca e come una molla la riversa nella profumata vagina, piegandosi in due e insinuandosi fra le piccole labbra ben dentro lubrificando bene le pareti di questa morbida figa, mentre con le dita la tengo ben aperta..
Lecco con minuzioso scrupolo mentre con la punta del naso sgrilletto il suo clitoride...
adoro sentirla fremere mentre l'adrenalina della sua eccitazione carica a ondate la sua libido, la mia Regina dei Cazzi è bellissima, con la sua grande sensualità esplosiva, io godo nel sentire in Lei montare l'eccitazione è bellissimo unico, come altrettanto unica è l'unione che ci lega fatta di complicità totale, senza tabù o preclusioni, adoro questa eccitante frenesia sessuale è come se fossimo un pianista con il suo piano mentre esplode l'estro artistico e i due diventano un tutt'uno nella stessa armonia... ecco incomincia a godere sento il suo respiro farsi affannato, intorno a noi è un brulicare di mani, si sente nell'aria la tensione, ci mistero cinque maschi ormai eccitati frementi nel desiderio di approfittare delle grazie di questa splendida femmina, i più intraprendenti mistero in ginocchio e offrono i loro cazzi alla dolce bocca della mia bella Donna e Lei non si tira indietro con quel suo saper muovere le labbra elegantemente anche succhiando un cazzo, Lei non si tira indietro sa di essere la Regina di questa sera trasgressiva, le piace essere al centro dell'attenzione di questi maschi arrapati, sentire la loro eccitazione fremere mentre le offrono i loro membri …
In questa stanza siamo in sette sei uomini tutti per Lei, ci mistero mani ovunque sul suo corpo e Lei si eccita, la sento, ecco sta per esplodere nel primo orgasmo mentre la mia lingua ormai ha quasi finito di lubrificarle la figa, è pronta ad essere montata da questi cinque assatanati, uomini di tutte le età , li abbiamo scelti insieme con un annuncio su internet, gli abbiamo dato appuntamento in questa villa di un agriturismo per questa serata speciale, la serata del piacere sfrenato, senza limiti, una notte tutta per Lei per il suo piacere.
Intanto Rosy gode ha il suo primo orgasmo, scoppia sulla mia faccia e mi inonda dei suoi umori misti a gocce di pipi che non riesce a trattenere è troppa l'eccitazione che la pervade, i compagni di gioco li abbiamo scelti insieme, ma Lei si è limitata alla scelta estetica, dalle foto dei loro visi e comunque non sapeva come erano “attrezzati sotto” hehehe quelle foto le ho viste solo io e le ho proposto una serie di candidati, comunque so i suoi gusti, so che le piacciono i cazzi dalla cappella grossa prorompente, non troppo lunghi in quanto da altre esperienze so che se spingevano troppo le facevano male, al contrario so che ama sentire la grossa cappella che la pompa con forza nella sua figa, le piace stringere quel pistone sentire che pulsa dentro di Lei.
Alla mia Regina dei Cazzi piace essere presa con forza ripetutamente senza particolari posizioni acrobatiche, ma nella solita posizione del missionario o al massimo alla pecorina ma presa, montata, sbattuta forte con decisione, con sapiente ritmo che varia, con momenti frenetici e momenti ritmati, meglio se con altri uomini intorno che la palpano, la toccano, l'accarezzano, cosi Lei gode ripetutamente sotto questi uomini che si alternano senza sosta, mistero grappoli di orgasmi che la fanno fremere, la fanno urlare, lo so mistero pazzo ad accondiscendere a queste fantasie, a proporre alla mia Donna di fare la porca senza limiti con questi sconosciuti, ma la cosa mi eccita mi prende l'anima, sentirla cosi appagata, baciarla mentre viene scopata, sentire dalle sue labbra il suo piacere, sentire le sue mani, le sue unghie che mi stringono, si insinuano nella mia pelle mentre gode, mentre si sente vera Regina padrona del piacere.
Sento il suo piacere riversarsi in me, non mi sento umiliato o come si dice cornuto, questi uomini mistero strumenti di piacere so che Lei mi ama e mistero io il suo vero amore e se anche un domani dovesse finire tutto so che ho vissuto una storia unica e penso irripetibile.
Ora mi sposto, è pronta lascio il posto al primo suo amante un bel ragazzo di 35 anni, moro occhi scuri, faccia da furbetto, il suo arnese è di buone dimensioni e con una grossa cappella che ho visto essere apprezzata dalla bocca della mia Regina dei Cazzi che l'ha insalivata ben bene e ora sta per affondare nella figa della mia Rosy, io mi sposto a lato mi chino a succhiarle il seno mentre Lei si inarca e “primo” la penetra con delicatezza ma sino in fondo allargandole la vagina e facendola sussultare, incominciano una serie di colpi forti e frenetici, l'uomo aveva accumulato una bella dose d'eccitazione che ha voglia di sfogare, mentre la monta in profondità la guarda, Lei si inarca e gli va incontro ad ogni affondo, vedo che sta per arrivare il secondo orgasmo, mentre le sto baciando il collo e le sussurro all'orecchio “ti adoro Zoccolona, sei la mia Zoccolona , sei bellissima...” Lei gode gode urla mentre primo accelera e si vede che sta per venire e riempire la figa della sua sborra, ecco anche lui si inarca e spinge forte irrigidendosi sulle gambe e bloccandola mentre la sua sborra inonda la vagina della mia Regina...
Lei sussulta ancora singhiozza socchiude la bocca, primo estrae il suo cazzo e lo scrolla sulle grandi labbra di Rosy facendo cadere l'ultima sborra su quelle morbidi appendici ormai completamente allagate di umori.
Intanto intorno a noi è un asse*** di corpi, tutti estasiati nella visione di quella Femmina immersa nel suo frenetico piacere, primo non fa in tempo a spostarsi che ecco “secondo” lo sostituisce con l'irruenza della gioventù, è un ragazzo di 24 anni alto, con un corpo ben scolpito da lunghe sedute di palestra, ha il cazzo teso allo spasimo si vede che ha voglia di godere, mi sa che questo non durerà molto, la dotazione di secondo è decisamente notevole un bel cazzone con una cappella non tanto grande rispetto al notevole diametro del cazzo.
Questo ragazzo è troppo irruente, gli dico di fare con calma tanto Regina dei Cazzi non scappa è tutta per lui.
Rosy allarga bene le cosce per facilitare l'ingresso di quel cazzone e io prendo una sua caviglia e facilito la penetrazione, faccio in modo che la gamba destra della mia Donna sia ben verticale mentre secondo glielo sbatte dentro con foga facendo sussultare la mia Rosy che nonostante la figa ormai ben lubrificata dallo sperma e dai suoi umori sente il cambio di dimensione e stringe con forza le braccia del suo nuovo amante che non perde tempo e incomincia a stantuffarla con la sua foga giovanile, non le da tregua e Lei incomincia a godere di quell'energia si inarca aggrappandosi alle sue forti braccia, butta indietro il viso sentendo arrivare il nuovo orgasmo e io ne approfitto per baciare quella labbra che odorano dei cazzi che ha succhiato, mi prende in bocca un labbro e lo morde mentre sento il suo orgasmo che arriva imperioso.
Secondo la sbatte forte, Rosy gode gode esplode in un fortissimo orgasmo e urla mentre lui implacabile la scopa la guarda negli occhi e le urla “sei una troia, sei una puttanaaaaa” e gode dentro di Lei riempiendole la figa, lo sperma è talmente tanto e lui non smette di stantuffarla che la sborra rumorosamente schizza fuori fra il cazzo e il clitoride della mia bella Donna.
Secondo crolla esausto su di Lei singhiozzando, passano secondi interminabili sentendo i loro respiri ansimanti, poi si riprende e le bacia il seno estraendo il suo cazzone lasciandolo colare sul lenzuolo...
Al fianco opposto al *** si è inginocchiato sul letto quarto, un sessantenne grasso e non particolarmente attraente ma sicuramente molto porco e con un cazzo veramente grosso e tozzo, con le sue rugose mani ha approfittato del momento di pausa per infilare le grasse dita nella figa della mia Donna, le rigira dentro quell'antro pieno di sborra, le sporca tutte raccoglie tutti quegli umori e poi gliele infila in bocca facendosele succhiare, Rosy ama questi gesti, le piace sentirsi sporca di sborra, sentire l'odore dei maschi mischiato al suo e lecca avidamente succhia mentre con la mano sega il cazzo del porco, poi si gira apre gli occhi e mi sorride con le labbra imperlate di sborra, lo so vuole essere baciata vuole condividere con me quella sensazione porca e sporca...
e io non la deludo la bacio e le dico “ti amo mia Regina” .
Mentre la bacio ecco il terzo che si presenta a riscuotere il suo momento di piacere, è un uomo *** coetaneo di 50anni, alto 175 tarchiato e completamente glabro, è un ca***nista è l'unico che abbiamo già incontrato e conosce bene quella dolce vagina che ha già scopato due volte, la prima in particolare è stata sul cofano della mia macchina in una sera di primavera in un area di servizio sull'A1, si chiama Carlo è un buon scopatore a Rosy piace perchè ha un modo di muovere il bacino particolare che la fa godere “come una vacca in calore”, cosi mi ha detto di sentirsi vacca mentre la monta e lui è un buon toro.
Regina ora è più tranquilla e si lascia prendere da Carlo che incomincia con quel suo particolare movimento pelvico e inizia a montarla, a lui piace stringerla per i polsi mentre la sbatte mettendole le braccia allargate, cosi facendo toglie la mano della mia Lei che sta segando il vecchio porco che si incazza e allora si porta vicino alla faccia di Regina e le struscia il cazzo sulle guance, i due commentano con frasi tipo “... sta troia da monta..” “ sei una vacca da monta ...” “... guarda come ti allargo la figa puttana...” “.. succhia, leccami il cazzo zoccola” a Lei piace sentirsi la più troia delle troie, sentire l'odore, il sapore dei maschi, sentirsi penetrata, presa, limitatamente abusata, e ricomincia ad inarcarsi, l'orgasmo le arriva di nuovo e questa volta conoscendola sarà più forte più devastante, le sue gambe si muovono sincrone con il movimento del ca***nista , io mi accuccio e le lecco il seno, con una mano le strizzo il capezzolo sinistro mentre con le labbra le succhio il destro, anzi per meglio dire lo risucchio, Regina ha un seno abbondante grande morbido imperioso, una sesta abbondante e io mi godo quel ben di *** mentre la sento ansimare sempre più forte, le sento il cuore sempre più accelerato, sta per godere anche se il ca***nista non da segni di arrivare e la sbatte implacabile senza smettere.
Intanto il vecchio porco approfittando che Rosy ha inarcato indietro il collo le infila in gola il cazzo e ha incominciato a scoparla in bocca urlandole “succhia troia , ciuccia sta minchia, succhia vaccona” e io stronzo le strizzo i capezzoli, li tiro stringendoli fra gli indici e i pollici sino a farle quasi male, incito i due a scoparla sempre più forte, lo spettacolo doveva essere proprio intrigante infatti intorno a noi si mistero avvicinati tutti menandosi il cazzo.
Con sorpresa il primo a venire è stato il vecchio porco che non ha resistito e ha schizzato in gola alla mia Regina dei Cazzi tutto il suo succo e avendo il cazzo cosi grosso Regina non riusciva a deglutire e allora le è andato per traverso e ha avuto colpi di tosse e avendo in bocca quel cazzo, la sborra le è uscita dalle narici … mai visto una cosa simile, io ho dato una spinta al vecchio che si è staccato ed è caduto sulla spalliera del letto, Regina nonostante la tosse, nonostante la sborra che la soffocava, ha incominciato a godere singhiozzando, tossendo ma godeva si inarcava, alla fine ha urlato come una tarantolata il suo piacere, in un orgasmo infinito seguita dal suo toro che non è più riuscito a trattenersi e le è venuto dentro rantolando...
Alla fine le estrae il cazzo dalla vagina e invi***so del vecchio porco ha offerto il suo cazzo sporco alla bocca della mia Rosy che presa ancora dal suo piacere glielo ha pulito con dolcezza, succhiando le ultime gocce di sperma.
E' stata una scena indimenticabile, una vera sinfonia di sesso porco e intenso, Regina era esausta ha goduto come non mai, l'accarezzavo e Lei stufa di essere sdraiata si è messa in ginocchio venendomi a baciare, ci siamo abbracciati, è stato un piacere sentirla tutta sudata mentre le nostre lingue si intrecciavano e i nostri occhi si guardavano, intorno a noi gli altri continuavano a menarsi o guardavano la mia bellissima Donna splendida nei suoi 30anni con le sue forma mediterranee abbondanti e i suoi lunghi capelli lucidi e neri che arrivavano al sedere.
Lei si guarda intorno e vede “quinto” che con il suo carattere timido è rimasto sempre un po in disparte, quinto è uno splendido ragazzo della Costa D'Avorio alto 190 con la sua pelle lucida e nera come l'ebano che con discrezione e quasi imbarazzo di toccava il suo enorme cazzone nero, un vero capolavoro della natura che per una donna femmina e sessualmente esuberante come Rosy è una tentazione irresistibile.
Allora ho suggerito alla mia Regina di mettersi a quattro zampe sul bordo del letto con le gambe leggermente divaricate per godersi una vera completa pecorina, ho invitato Mamadou alias quinto ad avvicinarsi e ho suggerito alla mia bella Signora di lubrificarglielo ben bene con la saliva mentre io con piacere mi mistero inginocchiato per terra e allargando le grandi labbra della figa di Rosy ho guardato lo stato della sua vagina che eruttava grosse gocce di sperma che quando con le dita ho incominciato a scostare le grandi labbra a gocce e grumi le colava e non ho saputo resistere alla tentazione e ho ripiegato la lingua e gliela ho infilata dentro leccando tutto in segno di sottomissione alla mia Donna, adoro sentirmi cosi porco e complice, Lei non è rimasta insensibile a quel trattamento, o forse si pregustava la chiavata di quel cazzone d'ebano mentre se lo leccava e lo ingurgitava sino in gola.
Mamadou era al massimo eccitato e pronto e allora l'ho invitato a scopare la mia bellissima Vacca, anzi mi mister messo al fianco della mia bella e le ho aperto ben bene le natiche facilitando l'introduzione di quell'immenso cazzone.
Nonostante che fosse ormai ben lubrificata, larga e usata... ha faticato a dilatarsi per accogliere quel tronco d'ebano, ma alla fine presa per i fianchi da Mamadou si è lasciata montare, il ragazzone ha incominciato a scoparla con lentezza, cosa che a Rosy non piace molto, ma alla fine si è arresa e si godeva lo scorrere di quel cazzone sino in fondo alla sua vagina, gli altri intorno si godevano quello spettacolo e incitavano a montare quella troia con foga, pian piano il ritmo è aumentato e dopo qualche minuto i due amanti mistero riusciti a trovare una sintonia.
Mamadou man mano aumentava il ritmo e sbatteva forte la mia Rosy,, e lei si lasciava sempre di più sopraffare dall'eccitazione, si sentiva femmina orgogliosa di esserlo, la guardavo, mi ha fatto un cenno di mettermi di fronte a lei che voleva avere in bocca il *** cazzo e farmi un pompino, a dire il vero io non ne potevo più e ho lottato più di una volta per non venire durante i suoi amplessi, sentendola urlare di piacere, ecco vedo quel movimento particolare del suo corpo che si avvicina all'orgasmo.
Io ormai non ne potevo più e tenendola per i capelli la scopavo in bocca, sentivo la punta del cazzo battere contro la sua gola, non riuscivo a trattenermi ma Lei mi lasciava fare, mentre Mamadou ormai era prossimo a venirle in pancia e la sbatteva come un forsennato con la presa sulle chiappe della mia Rosy e tirandola a se violentemente.
Rosy stava per venire l'ennesima volta la sentivo fremere , mi succhiava senza sosta sino ad un certo punto che si è messa ad urlare presa dal suo piacere e si è accasciata sul letto, mentre Mamadou senza staccarsi si è sdraiato su di Lei tenendole le gambe strette fra le sue e montandola come un forsennato, le mani di Rosy anzi per meglio dire le unghie di Rosy si mistero infilzate sulle mie cosce mentre guardavo estasiato la mia Donna in estasi montata da questo ragazzone nero.
Rosy singhiozza urla stringe la mia pelle mi urla il suo piacere mentre Mamadou non da segni di cedimento, monta forte forte senza tregua, i due mistero sudati e alla fine anche lui viene spingendo dentro la mia Regina dei Cazzi il suo bastone riempiendo per l'ennesima volta la figa della mia bellissima Donna.
Alla fine estrae il suo bastone si alza e va in bagno mentre Rosy resta distesa sul letto con me di fronte in ginocchio appoggiato ai talloni, le sue mani mi accarezzavano le cosce come per ringraziarmi per quei momenti di cosi grande piacere che gli ho organizzato, alla fine tutti mistero venuti mancavo solo io, gli altri chi si rivestiva chi invece indugiava forse in attesa di ancora qualche attenzione da parte della mia Regina, poi uno alla volta se ne andarono tutti.
Rosy ancora sdraiata sul letto si è girata e mi ha invitato a baciarla e cosi dolcemente ci siamo uniti in quel lunghissimo scambio di amore e dolcezza, poi con una mano ha incominciato a stringermi il cazzo e sorridendomi mi dice che l'unico a non aver ancora goduto mistero io e allora le dico di fare un 69 cosi con la figa piena dello sperma dei suoi amanti e Lei si è messa a cavalcioni sul *** viso con la sua sensibile figa a farsi leccare mentre con la bocca mi ha fatto venire succhiando tutta la mia sborra mentre dalla sua figa colava sulla mia lingua tutta la sborra di Mamadou e di quelli prima di lui....
Una notte indimenticabile senza tempo , emozioni, sensazioni, vissute insieme pelle contro pelle, mix di umori sapori odori.... Amore...
chiappeviola

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#43
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Sempre tradotto da un racconto in inglese (e un po' adattato ai miei gusti) trovato su un altro sito ...

La saga di Ildefonso, Francesca e Gianni – Un Resort per coppie ‘speciali’

Capitolo 1
Francesca aveva strizzato maliziosamente un occhio a Ildefonso, appoggiandosi la punta del dito sulle labbra sorridenti. “Sei sicuro di voler fare tutto questo?”
Lo sguardo che lui le aveva rivolto e il piccolo ma evidente rigonfiamento che si era prodotto nei suoi pantaloni era l’unica risposta di cui aveva avuto bisogno. Aveva cliccato sul link ‘Prenota’ e si era voltata a baciare il marito.

* * *
Dalla strada di campagna che avevano percorso per un paio d’ore, svoltarono in un vialetto di ghiaia. Appena fermati accanto alle altre vetture, Ildefonso aveva sentito il formicolio che aveva provato nello stomaco durante tutto il viaggio fin lì trasformarsi in un macigno. Voleva tornare indietro, scappare. Questo era stato da sempre il sogno della sua vita, ma mentre guardava le altre coppie dirigersi a piedi verso il vecchio palazzo ai margini del bosco, la realtà di ciò che stava per accadere lo aveva colpito in pieno. Scendendo dall’auto si era sentito tremare e, incamminandosi verso il palazzo, aveva avuto paura che le gambe gli cedessero di schianto.
Francesca invece si sentiva ancora più eccitata di quanto avesse immaginato. Quando il marito le aveva confessato il suo desiderio di vederla con altri uomini, il suo mondo era stato un po’ scosso. D’altra parte, pensava, Ildefonso non era mai stato l’uomo dominante che lei aveva sempre desiderato. E mentre camminava su per le scale di quella casa enorme, sognava le forti braccia di un altro uomo avvolte intorno a lei, che la sottomettevano al suo volere.
Una donna sulla quarantina, dai modi dolci affabili, li salutò, e vennero immediatamente diretti a parti separate della casa. Francesca non salutò nemmeno il marito, dirigendosi invece subito verso una stanza che già ronzava col cicaleccio ovattato di diverse voci femminili.
La sala in cui si ritrovò Ildefonso era molto diversa. Un gruppetto di uomini, chiaramente intimiditi, fissavano goffamente il pavimento, solo occasionalmente scambiandosi qualche frase imbarazzata. Un evidente senso di vergogna permeava la stanza.
Tutti sapevano perché erano lì.

Capitolo 2
Francesca cercava di ricordare i nomi di tutte le nuove amiche che stava conoscendo. La stanza vibrava di risatine eccitate, mentre le mogli andavano conoscendosi: sapevano che quella sera sarebbe stata nuova ed eccitante.
La signora che le aveva accolte all’ingresso, si rivolse a quella piccola folla di una ventina di donne.
“Sono lieta di vedere che tutte sembrate a vostro agio. Sono sicura che passerete diversi giorni incantevoli qui.” Sorrise e fece una piccola pausa. “Ora ditemi, chi tra voi non ha mai avuto rapporti sessuali al di fuori del matrimonio?”
Francesca alzò la mano, un po’ imbarazzata ma contenta di vedere che non era l’unica.
La loro ospite le sorrise calorosamente. “All’inizio sarà un po’ difficile, soprattutto per quelle tra voi che hanno appena alzato la mano. Vi sentirete un po’ colpevoli, ma dovete ricordare che mistero stati i vostri mariti che ve lo hanno chiesto. Molto semplicemente, la verità è che non mistero tagliati per essere gli uomini forti che voi desiderereste, né mai lo saranno. Scegliendovi un altro uomo, farete ai vostri mariti il più grande favore della loro vita.”
Fece una pausa e, abbozzando un sorrisino di complicità proseguì, “Inoltre, sappiamo tutti che i vostri mariti mistero ... beh, hanno i loro ‘difetti’, diciamo così.”
Tutte ridacchiarono.

* * *
Nel frattempo, Ildefonso e i suoi compagni si stavano divertendo molto meno nella loro stanza. Un omaccione di mezz’età piuttosto burbero ordinò loro di spogliarsi e inginocchiarsi sul pavimento.
Ildefonso si inginocchiò goffamente sul tappeto, cercando disperatamente di evitare qualsiasi contatto visivo con gli altri mariti. Una smorfia di paura arricciò il suo viso quando vide che i suoi indumenti venivano portati fuori dalla stanza.
Aveva seguito attentamente le istruzioni che gli erano state inviate prima di raggiungere il resort. Si era accuratamente rasato dal collo in giù e, nonostante i suoi dubbi, era andato a farsi praticare un piercing tipo Prince Albert. Guardò verso il basso, al piccolo riflesso dell’anellino di metallo che penzolava dal glande del suo microscopico pene.
Non era poi così male.
L’omaccione, chiaramente il kapò lì dentro, iniziò a fare l’appello e a distribuire a ciascuno dei mariti un tubo metallico ricurvo e un lucchetto, entrambi di piccole dimensioni.
“È ora di scoprire a che cosa serve il piercing. Tanto per cominciare,” disse abbozzando un ghigno divertito, “rimuovete l’anellino che avete sul glande. Poi infilate il pene nel tubo ricurvo”.
Seguendo le istruzioni, Ildefonso rimosse l’anello dal glande, prese il tubo e provò a infilarvici il pene, ma il tubo sembrava troppo piccolo. Il kapò prese a far circolare un vasetto di vaselina, e finalmente Ildefonso riuscì a infilare il suo piccolo membro nel freddo acciaio. Sì, adesso intuiva a che cosa sarebbe servito il piercing. Il kapò ordinò infatti di allineare i buchi del piercing sul glande con quelli situati in corrispondenza della punta del tubo di metallo, rimpiazzare l’anello originale del piercing con il lucchetto, e chiuderlo. Così che, inutile dirlo, non fosse possibile rimuoverlo senza la chiave.
Ildefonso sapeva ciò che doveva fare, e lo trovava terrificante. Sentiva intorno a sé i piccoli brownieti dei lucchetti dei suoi compagni che venivano agganciati. Chiuse gli occhi e, gemendo, fece scivolare il proprio lucchetto attraverso i fori del tubo e del glande. Poi lo chiuse, e il clic gli trasmise una sensazione di ‘permanenza’ nauseante. Il suo pene cominciò a irrigidirsi, ma il tubo ricurvo lo mantenne perfidamente rivolto verso il basso.
“Okay ragazzi, il momento di affrontare la musica.” L’omone fece un passo indietro, ordinò ai mariti di tornare a inginocchiarsi, e prese ad apostrofarli senza troppi preamboli.
“Questa era probabilmente la vostra fantasia preferita, il vostro sogno; ma la realtà qua dentro sarà il vostro incubo. Quando avete prenotato la vostra permanenza qui, avete di vostra libera iniziativa firmato la richiesta di poter essere autorizzati a prestare servizio qui. Con quella richiesta, avete espressamente rinunciato al diritto di essere trattati con rispetto ... avete rinunciato alla vostra dignità. Finché sarete qui, sarete cittadini di seconda classe. Dovrete obbedire senza esitazione a qualsiasi ordine vi venga impartito e da chiunque. In caso contrario, sarete sottoposti a una … ‘procedura di modificazione del comportamento’ che, ve lo assicuro, non vi piacerà per nulla. Chiaro?”
I mariti tutti annuirono sommessamente, alcuni agitandosi nervosamente.
“Bene. Ora non preoccupatevi, per la maggior parte non dovrete rimanere nudi. Abbiamo chiesto alle vostre mogli di scegliere l’abito che dovrete indossare per tutta la durata della vostra ‘vacanza’. Per essere più precisi, è stato chiesto alle vostre mogli di scegliere qualcosa che voi avreste trovato permisteralmente molto umiliante indossare. Siamo sicuri che le permistere che vi conoscono meglio sapranno trovare ciò che vi piace di meno.”
Ildefonso si chiese cosa mai Francesca avesse scelto. Permisteralmente, lui aveva sempre segretamente sognato di indossare un vestitino da cameriera ... forse Francesca aveva proprio scelto quello. Ma ebbe un tuffo al cuore quando il suo nome venne chiamato e gli venne consegnato il suo nuovo abbigliamento.

Capitolo 3
Credette di morire quando si vide consegnare un tutù da ballerina, completo di calze e top, il tutto in rosa brillante. Era questo che Francesca aveva scelto!
Ildefonso odiava il balletto, e di sicuro Francesca doveva aver fatto perfidamente apposta a scegliere qualcosa che lui avrebbe trovato odioso indossare. Il suo viso si fece scarlatto per l’umiliazione mentre tirava su le calze lungo le gambe rasate. Sentiva il materiale appiccicarglisi alla pelle, e tenere il suo pene confinato verso il basso, quasi completamente nascosto tra le gambe. Sentiva un’erezione irrigidirglisi inutilmente nel tubo di metallo ricurvo, ed ebbe un sussulto intuendo quanto frustrante sarebbe stato essere completamente incapace di procurarsi anche solo il benché sfogo sessuale.
L’omone prese ad apostrofarli con una varietà impressionante di insulti estremamente umilianti, mentre ordinava loro di sfilare dinanzi a uno specchio a figura intera posto in fondo alla stanza. Ildefonso si sentì un filino più sollevato quando notò l’abbigliamento altrettanto ridicolo che gli altri mariti indossavano. Ad alcuni era stato ovviamente imposto di rimanere completamente nudi per l’intera durata del soggiorno, ma la maggior parte indossava costumi non meno ridicoli del suo. Si ritrovò quasi a ridacchiare quando il povero marito accanto a lui inciampò nei tacchi alti, e la sua gonna da scolaretta si alzò rivelando un paio di mutandine di pizzo bianche.
Ciononostante, si sentì sprofondare quando vide la sua immagine nello specchio. Una tenuta spaventosamente umiliante! Il tutù non copriva quasi nulla, e sollevandosi mentre camminava rivelava un pube liscio come quello di un bebè, mentre il suo microscopico pene era nascosto così bene che a malapena si intravedeva. Si chiese in che cosa accidenti si fosse infilato!

* * *
Francesca nel frattempo era seduta su un grande e comodo divano, insieme ad altre quattro altre mogli sovreccitate. Le altre signore erano sparse per la stanza, su sedie e poltroncine.
Erano lì per il loro primo incontro coi Bull. L’atmosfera nella stanza era un po’ sommessa, ma c’era un sorriso su ogni volto.
La porta si aprì. Un nero alto e magro entrò per primo, con un gran sorriso. La ragazza accanto a Francesca le strinse il braccio, ovviamente eccitata.
Poi entrò il resto del gruppo. Un bel mix davvero, c’era qualcosa per tutti i gusti.
Francesca rimase a bocca aperta quando uno degli ultimi Bull a entrare guardò verso di lei. Non si sarebbe mai aspettata di rivederlo proprio qui ... e fece fatica a riprendere fiato.

Era un ex collega, il suo nome era Gianni, e per qualche tempo prima di sposare Ildefonso, Francesca lo aveva frequentato, sia pure su basi puramente amichevoli dal momento che lui era sposato e Francesca non era (all’epoca) tipo da relazioni extraconiugali. Ma anche dopo sposata, Francesca non aveva mai rifiutato l’occasionale invito di Gianni per un pranzo o un ‘flirtevole’ take dopo l’ufficio – specialmente dopo che Gianni aveva divorziato e soprattutto dopo che il suo matrimonio con Ildefonso aveva cominciato a dare segni di stanchezza. Finché un giorno, mentre componeva un SMS per accettare un invito a pranzo di Gianni, Francesca era stata interrotta da una telefonata di Ildefonso. Liberatasi frettolosamente del lagnosissimo marito, altrettanto frettolosamente aveva terminato il messaggio per Gianni e lo aveva inviato. Ma, appunto, troppo frettolosamente, perché per errore lo aveva inviato all’ultimo numero che l’aveva chiamata: quello di Ildefonso, anziché quello di Gianni.
Così che quella sera Francesca era stata costretta a spiegare a Ildefonso chi fosse Gianni. Ovviamente, un po’ imbarazzata all’inizio. Ma poi, vista la reazione (o meglio, la non reazione) di quello smidollato di suo marito, fornendo sempre più dettagli suo amico Gianni. Che, a differenza di Ildefonso, era colto, sofisticato, un professionista di successo e, non da ultimo, un notevole fusto. E qualche mese dopo, visto che ormai Ildefonso sapeva di Gianni, Francesca lo invitò a cena. La cena più incredibilmente umiliante cui Ildefonso avesse mai partecipato, letteralmente surclassato dalla verve di Gianni e ben conscio del fascino che esercitava su Francesca. Eh sì, quello era un vero uomo … la versione italiana di George Clooney, aveva concluso Francesca dopo che Gianni se ne era andato. Con una perfida punta di sadismo che aveva sorpreso persino lei.

Gianni la vide, i loro sguardi si incontrarono e Francesca improvvisamente provò un sentimento fortissimo … qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di provare.
Gli uomini si sedettero, e mentre la signora che fungeva da coordinatrice, Gina, iniziò a parlare al gruppo, Francesca sentiva il cuore palpitarle in gola.
La Signora Gina si rivolse per prima agli uomini.
“Ok signori, sappiamo che tutti siete qui per la ‘micina’ ...” risolini in tutta la stanza “ma avete anche la responsabilità dei rammolliti che queste signore hanno avuto la sventura di sposare. Tutta la loro vita questi perdenti hanno dovuto fingere di essere uomini veri, di essere dominanti e in controllo. Questa è la vostra occasione per render loro un servizio enorme ... scopare le loro mogli come loro mai han potuto, e mettere quei rammolliti piagnucolosi al loro posto: in ginocchio davanti a voi, e pronti a obbedire a ogni vostro comando.”
Alcuni dei Bull ridacchiavano, altri annuivano, compresi nel loro prossimo ruolo.
Francesca non aveva sentito una parola. Tutto quello che riusciva a pensare era come si sarebbe sentita sotto Gianni durante la monta.

Capitolo 4
Francesca era seduta di fronte a Gina, le gambe incrociate, giocherellando nervosamente con la sua collana. Gianni, seduto a pochi metri di distanza, si accarezzava il mento, pensieroso.
La Signora Gina ruppe il silenzio. “Questo non è così inusuale quanto si potrebbe pensare. E per esperienza vi dico che situazioni di questo tipo di mistero di solito sempre concluse molto bene. So che è un po’ imbarazzante ora, ma pensaci, Francesca: tu e Ildefonso avevate ovviamente bisogno di un Bull nella vostra vita ... e qui ce n’è uno che già conosci. È assolutamente perfetto.”
Francesca guardò timidamente in direzione di Gianni e poi della Signora Gina prima di parlare. “Non dovremmo chiedere a Ildefonso? Voglio dire, non aveva idea che uno dei Bull che avrei incontrato qui sarebbe stato proprio … beh, lui.”
La Signora Gina le sorrise. “Tuo marito ha rinunciato al diritto di protestare quando ha firmato i moduli di richiesta per venire qui. Questo dipende solo da te: lui è qui solo per servirti e appoggiarti.”
Poi, rivolta a entrambi, La Signora Gina aggiunse, “Voi due siete una bella coppia. Vi suggerisco di trascorrere una notte insieme e vedere come vi sentite. Se vi piace, allora convocate il tuo maritino per un ‘servizio in camera’. A quel punto sarà troppo tardi per lui per protestare. E poi tuo marito è il rammollito più sottomesso che io abbia mai visto in vita mia; scommetto che gli leccherà il seme di Gianni dalla tua vagina senza darvi nessun problema.”

* * *
Ildefonso tirò fuori quello che sembrava il centesimo carico di lenzuola dalla lavatrice e lo infilò nell’asciugatrice.
Di tanto in tanto provava brividi di eccitazione sessuale mentre lavorava, ma le sue giornate erano perlopiù noiose ed estenuanti. Si era un po’ abituato al suo costume da ballerina, ed era contento almeno di poter indossare le pantofoline di una ballerina mentre lavorava piuttosto che tacchi alti, come certi suoi altri compagni di sventura.
I suoi compiti erano spolverare, la lavanderia e rifare i letti. Spesso si chiedeva su quale letto, più tardi, sua moglie avrebbe allargato le gambe, mentre andava stendendo per bene le lenzuola su ogni materasso.
Avrebbe disperatamente voluto in qualche modo poter rimuovere il suo tubo di castità, anche solo per pochi secondi. Il suo micro pene tentava inutilmente di indurirsi in quel maledetto tubo curvo ogni volta che pensava a Francesca e a che cosa lei avrebbe fatto quella sera. Si sentiva frustrato e impotente, ma era obbligato a portare a termine i suoi doveri di cameriera.

Capitolo 5
Probabilmente la cena era meravigliosa, ma per Francesca passò quasi inosservata.
Mentre le altre mogli si chiacchieravano amabilmente del più e del meno, lei era rimasta seduta accanto a Gianni. Sussultò dolcemente nel sentire la mano di lui esplorare con delicatezza le sue cosce. Chiuse gli occhi per un istante.
Si chinò verso di lui, mentre lui le chiedeva sussurrando se fosse pronta per andare in camera sua.
Esitò un attimo prima di annuire dolcemente. L’idea la faceva sentire così sporca ... ma allo stesso lo voleva con tutta sé stessa. La camera era perfettamente pulita e ordinata. Si sentiva un po’ dispiaciuta per chi aveva rifatto così perfettamente il letto mentre Gianni ne strappava via la coperta a giorno con grande irruenza.
Ma era gentile con lei, sollevandole il prendisole mentre la sua mano scivolava su per la sua coscia verso le mutande. No, Gianni non era come Ildefonso. Non aspettava che facesse la prima mossa o gli suggerisse che cosa voleva. Gianni le accarezzò i capelli e la baciò leggermente sul collo prima di spingerla a inginocchiarsi dinanzi a lui. Non le passò nemmeno per la testa di protestare. Le sue dita tremavano un po’ mentre apriva i pantaloni del suo amante: era troppo eccitata per essere delicata. La forza tranquilla di Gianni la eccitava in un modo che non aveva mai provato prima.
La sua eccitazione si trasformò in shock mentre gli abbassava i boxer, rivelando il suo gigantesco pene che andava irrigidendosi. Aveva sempre e solo conosciuto suo marito. Il pene di Gianni era tranquillamente il doppio di quello di Ildefonso in lunghezza, e molto, molto più largo. Quasi non sapeva da dove cominciare ... cominciò leccandone la ventrale, e sgranando gli occhi quando lo vide finalmente esteso in tutta la sua lunghezza.
Gianni non aspettò che lei si abituasse alla vista di quel mostro. Le afferrò la nuca e spinse il suo gigantesco membro tra le sue labbra. Lei annaspò scioccata, con gli occhi che rapidamente presero a lacrimarle quando il glande di Gianni si spinse oltre la parte posteriore della sua lingua.
In quel momento tutto quello che riusciva a pensare era come soddisfare il pene che le si stava impalando nella gola. I pensieri e le vorticose emozioni di pochi minuti prima erano spariti. Fece del suo meglio per trattenere il conato di vomito che inevitabilmente le prese mentre lui cominciava a possederla in bocca. Sarebbe stata felice di rimanere in ginocchio tutta la notte per lui, per lasciare che lui prendesse la sua bocca finché non fosse più riuscita a tenerla aperta. Ma Gianni la tirò su e la gettò sul letto. Francesca non aveva avuto nemmeno il tempo di riprendere fiato prima che lui le fosse addosso, baciando le labbra. Poi si sentì letteralmente sciogliere quando il suo petto forte e villoso si appoggiò al suo, e la punta del suo sesso cominciò a premere delicatamente contro la sua vagina.
Gemette in modo incontrollabile quando lui iniziò lentamente a penetrarla. L’intensità dei suoi gemiti aumentava, mentre Gianni si spingeva in lei più profondamente di quanto Ildefonso avesse mai fatto. Molto più profondamente.

(continua)
chiappeviola

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#44
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(segue)


Capitolo 6
Era da quando era un ragazzino che Ildefonso non aveva più sperimentato l’umiliazione di essere piegato su uno sgabello per essere frustato.
Era paonazzo di vergogna mentre si aggrappava alle gambe dello sgabello di legno. Appoggiato sulla pancia, col culo in aria, e la gonnella del tutù rosa che il grande ventilatore in fondo alla cucina faceva svolazzare.
Solo alcuni degli altri mariti erano presenti, ma era abbastanza per farlo contorcersi sottomesso a quell’indegnità. Tutto quello che aveva fatto era stato poi solo rompere un bicchiere.
La cuoca aveva consegnato a uno degli altri mariti una frusta di cuoio. “Tu ... frusta il sedere a questo somaro ... e forte. Se non lo frusti forte abbastanza faccio frustare anche te.”
Il poveretto, terrorizzato all’idea, aveva preso a frustare il culo di Ildefonso con gusto. E nella cucina erano echeggiati strilli e lamenti finché le natiche di Ildefonso non si erano tinte di viola.
Che quello fosse un esempio per tutti. I mariti tornarono tranquillamente al loro lavoro, mentre a Ildefonso venne permesso di rimettersi in piedi.

* * *
Il suo sedere era ancora in fiamme quando, pochi minuti più tardi, gli venne ordinato di presentarsi in una delle camere da letto. Il suo cuore aveva subito cominciato a battere all’impazzata. Fino a quel momento era stato così occupato che quasi aveva dimenticato che sua moglie aveva probabilmente già incontrato qualcuno. Forse aveva già dormito con qualcuno! Quel pensiero gli provocò un improvviso attacco di emozioni ... più negative di quanto se le aspettasse, a dire il vero.
Era emozionato e terrorizzato, mentre timidamente bussava alla porta. Una voce maschile gli disse di entrare. Quando Ildefonso aveva visto sua moglie tra le braccia di Gianni, era rimasto pietrificato!
No, proprio non era pronto per questo. Si sentiva svergognato, arrabbiato, e allo stesso tempo dolorosamente eccitato. Così come era dolorosamente conscio del ridicolo costume che indossava.
Francesca ridacchiò, la sua mano accarezzava il petto di Gianni. “Sei adorabile, Lardoso”, aveva detto in tono scherzoso e beffardo.
Fece una breve pausa, poi assunse un tono più serio. “So che questo non era quello che ti aspettavi, Lardoso. Ma l’ultima ora è stata una delle esperienze più incredibili della mia vita.”
Il cuore di Ildefonso sprofondò. Non riusciva a guardare in faccia nessuno dei due.
Francesca aveva continuato, “E so che con Gianni posso vivere questa esperienza più e più volte, non solo adesso, qui, in questo resort.”
Le implicazioni di questa affermazione cominciavano a insinuarsi nella mente di Ildefonso. I loro amici sarebbero certamente venuti a sapere della cosa, probabilmente anche tutti i loro parenti. L’umiliazione era inimmaginabile.
Francesca sorrise e tirò indietro le coperte. “So che tu vuoi che io sia felice, Lardoso ... e Gianni mi fa molto, molto felice.”
Poi allargò le gambe, rivelando la sua vagina gonfia. “E adesso voglio che tu mi dimostri che mi ami.”
Ildefonso vedeva un copioso rivolo di sperma gocciolare dalla vagina di sua moglie. Voleva indietreggiare, tentando di scacciare dalla mente l’immagine del pene di Gianni che aveva appena penetrato Francesca. Ogni briciola di razionalità in lui respingeva quell’idea, eppure si ritrovò ad avvicinarsi al letto.
Si fermò accanto ai due amanti, imbambolato. Alla fine Gianni disse, “Pulisci tua moglie, smidollato pervertito!”
Il tono umiliante fece brownietare in lui il senso di sottomissione più completa. Abbassò il viso tra le gambe di Francesca ed estese la lingua, a leccare quel liquido appiccicoso. Fece una smorfia di disgusto, e i suoi occhi si riempirono di lacrime di cocente umiliazione quando per la prima volta si trovò a inghiottire l’eiaculato di Gianni.

Capitolo 7
Ildefonso sentì le dita di sua moglie accarezzargli delicatamente i capelli. Francesca gemeva soddisfatta, mentre lui chiudeva gli occhi e spingeva la sua lingua un po’ più dentro di lei. Ebbe un sia pur piccolo conato di vomito quando sentì l’eiaculato denso e appiccicoso di Gianni scivolargli sulla lingua e poi giù in gola.
Sentì sua moglie girarsi leggermente da un lato, smettendo di accarezzargli la testa. Alzò lo sguardo e vide che Francesca s’era voltata, e con gli occhi chiusi stava baciando appassionatamente Gianni, in un groviglio di lingue che guizzavano impazzite, cercandosi avidamente.
Per la prima volta, Ildefonso pianse.
Sentì il sapore salato delle lacrime che gli scendevano lungo le guance mischiarsi ai liquidi amatori che andava succhiando. Per non udire più il risucchio delle lingue dei due amanti, ritmico e umido come lo sciabordio del mare lungo le fiancate delle barche in porto alla sera, tornò a seppellire la testa nella vagina di Francesca.
Lei, le labbra incollate a quelle del suo amante, era ormai completamente ignara della sua presenza. Si girò, sottraendosi alle attenzioni di Ildefonso e avvolgendo le gambe intorno Gianni.
Ildefonso si inginocchiò, la sua faccia un pasticcio grottesco di liquidi seminali e lacrime, e per alcuni istanti osservò inebetito i corpi dei due amanti avvinghiati l’uno all’altro. Poi improvvisamente, come ricordandosi che Ildefonso era ancora lì, Gianni alzò lo sguardo verso di lui, sibilando con disprezzo, “Sparisci, fallito!”
Lui indugiò per un attimo, guardando sua moglie iniziare a contorcere il suo soffice corpo nudo contro quello muscoloso di Gianni.
Francesca si fermò un momento e si voltò a guardare il marito.
“Questa è stata un’idea tutta tua, giusto ciccio?”
Per la prima volta durante la ‘vacanza’ il tono di Francesca sembrava mostrare una punta di compassione: lo aveva chiamato solo ‘ciccio’ –forse non il più desiderabile dei vezzeggiativi, ma senz’altro meglio del solito ‘Lardoso’, che Ildefonso odiava con tutte le sue forze.
Ildefonso annuì.
Lei sorrise “Beh, stai ottenendo proprio quello che volevi, no?”
Non era una domanda. Ildefonso si girò e lasciò la stanza. Udì, nel chiudersi la porta alle spalle, i mugolii di sua moglie veniva di nuovo penetrata.

* * *
Un’ora dopo era l’ora della nanna per i cornuti, e Ildefonso si trovò a condividere un lettino con un altro marito sconsolato. Erano obbligati a dormire nudi la notte, così ognuno dei due si era goffamente sdraiato sul proprio bordo del letto, cercando disperatamente di evitare qualsiasi contatto con la pelle nuda dell’altro. Ma non riuscì a dormire. Tutto quello che vedeva chiudendo gli occhiera la visione del corpo nudo di Francesca abbracciato a quello di Gianni. La punta del pene gli doleva, per via del costante tentativo di diventare eretto.
Prese a giocherellare con il lucchetto, desiderando che tutto questo fosse solo un incubo.

Capitolo 8
I successivi tre giorni a Ildefonso sembrarono un mese.
Era in uno stato di costante angoscia, vedendo sua moglie letteralmente in adorazione di questo uomo che lui non aveva mai potuto sopportare. E lo feriva profondamente vedere quanto lei fosse felice di flirtare con Gianni e ridacchiare alle sue sofisticatissime battute. Certo, poter sbloccare il pene dalla sua prigione metallica, anche solo per pochi minuti, sarebbe stato un sollievo.
Era incredibilmente eccitato, e il non poter in alcun modo scaricare la sua tensione sessuale lo manteneva in uno stato di costante frustrazione. Ma sapeva bene che era meglio togliersi dalla testa di chiedere la chiave. Aveva visto uno degli altri mariti fare quella richiesta. Al poveretto ragazzo era stato detto che ai cornuti non era permesso toccarsi.
E per farne un esempio per tutti, il povero disgraziato era stato sottoposto a una pena straziante. Era stato fatto piegare in avanti su un cavalletto di legno, i suoi testicoli erano stati tirati verso il basso, fatti passare in mezzo alle sue gambe e rinchiusi in un ‘Humbler’, una specie di gogna di legno che si appoggiava alla parte posteriore delle cosce e manteneva imprigionati i testicoli (tumefatti per lo sforzo cui erano sottoposti) appena sotto le natiche. Poi, davanti agli altri cornuti che avevano osservato la scena esterrefatti, il kapò glieli aveva bacchettati fino a renderli viola.

* * *
Si sentì sollevato quando finalmente giunse il momento di andarsene dal resort. Era stufo marcio di fare la cameriera e di essere costantemente umiliato da Gianni.
Attese pazientemente davanti al portone d’ingresso con il resto dei cornuti, eccitatissimi all’idea di poter finalmente sbloccare i propri peni e tornare a indossare i loro abiti normali.
Le loro speranze vennero però schiantate quando fu loro detto che i loro vestiti erano stati tutti donati in beneficenza, e che alle loro mogli erano state consegnate le chiavi dei piccoli tubi di castità. Il che voleva dire che Ildefonso sarebbe dovuto tornare a casa indossando ancora quello stupido costume da ballerina. Sperava solo di non doversi fermare a fare benzina.
Per i primi chilometri, Ildefonso e sua moglie non scambiarono una parola. Francesca sembrava felice, ma misternolenta.
Alla fine Ildefonso ruppe il silenzio. “Ho davvero bisogno di togliermi questo tubo ricurvo. Ti dispiace se accostiamo e mi liberi? “
Francesca lo guardò, sembrando un po’ confusa. “Ma non è necessaria la chiave per questo, Lardoso?”
Ildefonso iniziò a preoccuparsi un tantino. “Sì, ma mi hanno detto che hanno dato a te la chiave!”
Francesca sorrise. “Oh … beh sì, me l’hanno data. Ma io ho deciso di darla a Gianni. La signora Gina mi ha detto che sarebbe probabilmente stata una buona idea.”
“Cosa?” strillò Ildefonso paonazzo in volto. “Io non vado da quel buffone a chiedergli la mia chiave. Che cosa ti è passato per la testa di dargliela? E poi, comunque, sai benissimo che non approvo il tuo rapporto con lui.”
La rabbia che Ildefonso aveva accumulata per gironi contro Gianni stava venendo fuori, insulto dopo insulto, come un fiume in piena.
Francesca annuiva, mentre componeva un SMS sul suo telefonino.
“Hai finito?” gli chiese quando Ildefonso fece una pausa per riprendere fiato. “Perché ho appena mandato un SMS a Gianni, che ci sta seguendo con la sua macchina. Dice che alla prossima area di sostati devi fermare. Ha la chiave.”

* * *
Pochi minuti dopo, Ildefonso era parcheggiato in una piazzola di sosta, sperando che nessuno si fermasse e lo vedesse. Quando vide Gianni scendere dalla sua macchina e avvicinarsi, abbassò il finestrino. “Francesca mi dice che lei stai dando dei problemi. È vero?”
Al tono di quelle parole, Ildefonso sentì improvvisamente tutta la sua spavalderia sciogliersi come neve al sole. Notò che Gianni andava lentamente sfilandosi la cintura dai pantaloni. Poi l’amante di sua moglie aprì la portiera e lo strappò letteralmente fuori dalla macchina. Era molto più in forma di quel ciccione di Ildefonso, e si vedeva. Afferrò il cornuto per il collo e lo buttò piegato sul cofano della sua stessa macchina.
Bloccato con una mano sul collo dalla sua nemesi, colla gonnellina del tutù che svolazzava nella brezza mattutina, e la cinghia di Gianni che gli andava tatuando di viola le natiche, Ildefonso strillava come un maialino scuoiato.
La sua nuova vita era appena iniziata ...
luielei

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#45
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Preso dalle rete

Ho scoperto di essere un cuckold, grazie alla mia attuale ragazza.

Mentre facevo sesso con lei, mi eccitavano da morire i suoi racconti molto eccitanti, all'inizio del tutto fantasiosi, di quando si scopava i suoi compagni di università, i suoi prof o simili..

Lei, si chiama Viviana, ha 21 anni (2 in meno di me), è una ragazza abbastanza sportiva, capelli scuri lisci abbastanza lunghi, che porta con un ciuffo sulla fronte..ha un fisico molto seducente, porta una terza abbondante di seno, ed ha un culetto bello sodo e ben proporzionato al suo bel corpo.

Questa nostra fantasia, nacque appunto durante i nostri rapporti, ma più passava il tempo, più mi rendevo conto che speravo che i suoi racconti non si limitassero solo a semplici racconti, così un giorno gliene parlai e lei non la prese poi così male, ma essendo troppo fedele, sapevo in cuor *** che non avrebbe mai fatto nulla con altri ragazzi, ma la spinsi per lo meno a "giocare", con qualche bel ragazzo, stuzzicandolo un po'..

Una sera nei suoi racconti, mi raccontò di una "storia", dove i protagonisti erano lei e *** fratello (maggiore di me di 3 anni), Fabio.La cosa mi eccitò da subito, e visto che lui, nonostante fosse fidanzato, è sempre stato uno che si faceva parecchie ragazze, ho cominciato a rendere il gioco un po' pesante, anche perchè negli ultimi tempi faceva battute ironiche su Viviana.

Ad esempio, non molto tempo fa, Viviana accompagnò me e *** fratello in stazione.La sua macchina è una 600, senza airbag, e *** fratello le disse : "beh tu non hai bisogno dell'airbag sulla macchina, lo hai incorporato" e si mise a ridacchiare..diciamo tutte battute simili..Comunque, stimolai Viviana a provocarlo su FB, e lei acconsentì, in fondo che c'è di male a provocare qualcuno?lo prese come un gioco e poi si sa..ad ogni ragazza piace essere corteggiata e ricevere complimenti...Le avevo chiesto inoltre di salvare ogni eventuale conversazione con lui...Anche se non pensavo si sarebbe mai spinta fino a certi livelli..

Una sera, mentre lo stavamo facendo, lei mi disse che aveva sentito *** fratello su FB, che le disse che lui amava farlo con ragazze che tenevano su perizoma e tacchi, e che i tacchi che aveva oggi su lei (si erano visti sul treno, vanno alla stessa università), erano giusti giusti per..........

io pensavo fosse un modo per farmi eccitare , ma poi mi disse che glielo aveva scritto davvero e che gli aveva anche scritto che gli saprebbe piaciuto averla avuta a 90 sulla scrivania, con i tacchi e il perizoma, così da verificare se con quei tacchi l'altezza era giusta..

Quella sera non riuscii a dormire..ero troppo eccitato/incazzato per poter riposare..

Il giorno dopo Viviana venne a casa mia e decidemmo di giocare alla Wii, visto che avevo scaricato un nuovo gioco..

*** fratello, che lavora in un bar, quella sera rincasò verso le 21, e ci trovo lì a giocare..andò su, si cambiò, e si preparò per uscire, ma prima venne lì vicino a noi a vedere che stavamo facendo..vidi con la coda dell'occhio che le mise una mano sulla gamba, e provò anche a toccarle il culo,la cosa mi eccitò da impazzire, così decisi di fare un gioco che gli avrebbe permesso di stare soli 2 o 3 minuti..ovvero "la caccia al ********* me ne andai in un altra stanza e loro dovevano posizionare i telcomand nascosti, ma in cuor *** sapevo che sarebbe successo qualcosa...

Al *** ritorno, tutto sembrava tranquillo, così finimmo di giocare e lui se ne andò.Appena chiusa la porta, Viviana, mi disse che *** fratello le toccò ripetutamente il culo mentre giocavamo, e quando mistero uscito, non si limitò a palparla, ma la baciò, e lei "per farmi felice", contraccambiò, con molto gusto.

Quella sera ero di un eccitazione davvero straordinaria, e scopai con Viviana come non mai, ma il meglio deve ancora venire..infatti lei mi disse che aveva sentito, strusciandosi, che il cazzo di *** fratello era molto grosso e le sarebbe piaciuto "rendere le mie fantasie realtà"..lo faceva solo per me........anche se non ci credevo, ne ero felice..così organizzai tutto, misi una piccola webcam con microfono, che registrava tutto in taverna (dove c'era la wii), e una sera feci venire Viviana da me,invitandola a vestirsi in modo molto sexy..

Arrivò puntualissima con un paio di leggins in pelle neri aderenti, stivali di vernice lucidi con tacco da 12 cm, un perizoma nero in pizzo che si intravedeva dai leggins e sopra una maglia scollata con la schiena tutta nuda..dire che era eccitante, vi assicuro che è dire poco...

La sera iniziò e giocammo un po', ma i piani erano ben altri...aspettamo che tornò *** fratello, e appena entrò in casa, gli dissi che dovevo andare via un'oretta da un amico che aveva bisogno, se poteva stare lui con Viviana a tenerle compagnia...

Ovviamente ********** andai in macchina con il *** portatile e mi misi subito affianco a casa, dove fortunatamente il segnale prendeva bene..

Appena accesi, *** fratello stava "giocando", mentre palpava il culo a Viviana, che gli tirava occhiate molto stuzzicanti..

Ad un certp unto gli disse :

V- vuoi palparmi in eterno?

F-lo sai che ti farei molto altro..

V - sei solo capace a parlare eh!?!?

in quel preciso momento lui la prese con veemenza, e le infilò la lingua in bocca, lei fece cadere il telecomando, e gli mise le braccia intorno al collo..rimasero per un bel po' avvinghiati così, seduti sul divano a baciarsi..lui cominciò a toccarle il culo, e poi andò sulle coscie e si avvicinò alla figa, alchè lei gli disse :

V - non pensi che stiamo esagerando?

lui arrivò alla figa e cominciò a massaggiarla in modo molto energico...a lei sivedeva che manca il respiro..

F - si penso di sì...se vuoi mi fermo e tolgo la mano!

lei in preda all'eccitazione :

V - se lo fai ti ammazzo...massaggiamela...

e con la bocca aperta iniziò ad ansimare misteroramente..quindi gli salì sopra e iniziò a baciarlo, ma lui si spostò dalla sua bocca e si gettò tra le sue belle tette, prima palpandole e basta, e poi iniziò a leccargliele, e lei non faceva altro che tenergli lì la testa e godere come una ********* ero super eccitato a vedere tutto ciò,ma volevo trattenermi in tutti modo dal farmi una sega perchè volevo scopare con Viviana finito ciò..

Iniziarono piano piano a muoversi su e giù, come a fingere di scopare, mentre *** fratello le leccava i capezzoli e la teneva per il culo, in modo molto deciso...lei ad tratto scese, davanti a lui e gli disse:

V - fammi vedere quanto ce l'hai grosso

cominciando a palpargli il cazzo, quindi slacciò i jeans e gli bbassò le mutande e disse:

v- avevo sentito bene..è proprio grosso

f - si, ti piace?è tutto per te..vediamo se sai come si maneggai...

lei non se lo fece dire 2 volte e cominciò a fargli una sega, cosa che è bravissima a fare..*** fratello rimase senza fiato, con la bocca a paerta ad ansimare e lei continuava a dirgli

v - allora?mistero brava?ti piace?perchè non parli più ora coglione?ti piace eh?mistero brava?

*** fratello, tra un respiro e l'altro, in modo molto affnnoso, le disse :

f- sei proprio.-...................una...............puttana!!

v- si mistero una puttana che ama i cazzi

e con queste parole si gettò sul cazzo di *** fratello e iniziò a fargli un pompino durato almeno 10 minuti, leccandolo, guardandolo negli occhi e facendolo eccitare come non mai...

quindi finito il pompino, fece una cosa che fa sempre anche a me e che mi fa impazzire, si leccò per bene il dito e leccò bene la cappella di *** fratello, gli fece chiuere glio cchi ed iniziò a massaggiargli la cappella...e intanto gli diceva :

v- ti piacerebbe, se io fossi appoggiata a quel tavolo, a 90, come ti piace a te, con questi tacchi, che mistero dell'altezza giusta e solo il perizoma addosso?

a quel punto *** fratello non ci vedette più, gli ordinò di spogliarsi e di mettersi a 90 sul tavolo come gli aveva appena detto, lei lo fece e iniziarono a scopare..quella fu solo una delle tante posizione, perchè poi lei si mise sopra di lui sul divano, perchè ama farsi guardare le sue belle tette che si muovono mentre viene scopata e cosi via..prima di venire *** fratello le volle leccare la figa, e quindi si fece fare una sega e gli sborrò in ******* tornai dopo 20 minuti che tutto finì, e chiesi come era andato, e se avevano giocato e *** frate mi rispose, tutto bene...abbiamo giocato a parecchi giochi, guardandola fissa negli occhi..

Appena *** fratello uscì,lei mi disse

v - hai visto tutto?ti sei eccitato dire(mettendomi la mano sul cazzo) ora è il tuo turno amore, fammi godere quanto tuo fratello Giuro che non ci fu volta prima di quel giorno che scopai così a lungo e così eccitato, ed inoltre mentre la scopava mi diceva si così, prendimi come ha fatto Fabio...dai sì,,prendi esempio da lui..e tutto ciò mi eccitava sempre di più...
luielei

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#46
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sempre dalla rete


F: Ciao Saretta mia bella!

S: Ciao Fede, come stai?

F: Bene, bene, dai. Tu?

S: Al solito. Senti, quando è che riusciamo a vederci?

F: Presto, presto. Proprio di questo volevo parlarti.

S: Hai in mente qualcosa?

F: Mmmm, no, non proprio. Volevo dirti che ci siamo già viste…

S: Cioè? Non ho capito.

F: La prima volta che ci vediamo, se per caso salta fuori il discorso… noi due abbiamo passato un weekend alle terme, ok?

S: Vuoi dire…? Con chi deve saltare fuori il discorso? Con Carlo?

F: Eh, sì. No, ma non salterà fuori, te lo dico così per scrupolo.

S: Cosa hai combinato? Con chi sei andata alle terme?

F: Ma no, niente…

S: Su non fare finta. Ti conosco, so che muori dalla voglia di raccontarmelo. Chi era?

F: Era lui, dai, hai capito chi.

S: No! Il tipo della palestra? Hai ceduto? Dicevi che non lo sopportavi!

F: Infatti continuo a non sopportarlo, ma sai… hai presente il tipo, no?

S: Cazzo, Fede! Ma un weekend intero ci hai passato? Così, senza niente prima?

F: Già, ho fatto un po’ una pazzia. Ma non ho resistito.

S: Ma come hai fatto con Carlo? Cioè, ok, hai detto che eri con me, ma lui non ha detto niente?

F: E che doveva dire? Era credibile come scusa. Al massimo avrà pensato che me la faccio con te e gli sarà piaciuta l’idea…

S: Già… in effetti anche io mistero un po’ gelosa, potremmo farlo veramente un weekend alle terme noi due, o no?

F: Mmmm sì… o in tre!

S: Porcellina! Dimmi com’è!

F: Eh… com’è?… è. Fisicamente te l’ho già descritto, no? E’ perfetto, ma già lo sapevo. Mi mancava solo un dettaglio da vedere…

S: Eheheh e com’è questo “dettaglio”?

F: Eh… minchia!

S: Rispetto a Carlo?

F: Non c’è gara, diciamo. Guarda, finora non ci avevo mai fatto molto caso. Non pensavo che mi interessasse. Ma dopo aver visto questo…

S: Mi incuriosisci… è così lungo?

F: Non è tanto la lunghezza. E’ bello. E’ grosso. Duro… sempre duro… capisci?

S: Eh, sì, capisco…

F: Te lo farò vedere in foto.

S: In foto? Gli hai fatto una foto?

F: No, lui faceva delle foto. In alcune si vede. Me le deve mandare.

S: Delle foto? Ma sei pazza? Ti sei fatta fotografare nuda?

F: Nuda? Sì, anche peggio. Lo so, mistero impazzita. Ma non riuscivo a dirgli di no a nulla. Ha insistito, ma neanche tanto. Non sai come mi ha fatto sentire.

S: Quindi mentre lo facevate ti fotografava?

F: Sì, soprattutto mentre glielo succhiavo. Ma anche mentre mi scopava, ogni tanto. Poi mi ha chiesto di posare un po’ per lui.

S: Ma quindi lui ha in mano tue foto mentre succhi un cazzo! Non hai paura che le faccia vedere in giro?

F: Ho una paura tremenda! Ma ti ho detto. Non sapevo dirgli di no. Sono terrorizzata, anche se è una sensazione strana.

S: Cioè?

F: Cioè l’idea mi spaventa. Ma un po’ mi piace. Mi fa risentire come mi sentivo mentre le faceva. Mi ha detto che si sarebbe masturbato guardandole. E’ pazzesca come sensazione.

S: Sì, ok. Un po’ ti capisco. Speriamo bene.

F: Diciamo che forse finché gliela dò, non rischio nulla.

S: E quindi hai intenzioni di ripetere? Come farai? Mi userai sempre come copertura?

F: No, non penso. Non faremo cose così lunghe. Almeno per un po’. Spero. Oddio, se me lo chiede non saprei come dirgli di no.

S: Sei così succube?

F: Non puoi immaginare quanto. Proprio perché è un tipo che non sopporto. Ma nel sesso è diverso. Ripensandoci ho fatto cose che non pensavo proprio di poter fare. Mi fa sentire come Carlo non potrebbe mai farmi sentire. E’ proprio diverso il rapporto.

S: Ma… ma tipo? Cosa hai fatto? Sai che mi stai incuriosendo tanto. Mi sto eccitando un po’ a sentirti così. Non dico che vorrei provare anche io, ma…

F: Beh, prima quando ho detto in tre scherzavo fino ad un certo punto. Mi ha già chiesto se ho un’amica.

S: Oddio, non dirmelo neanche…

F: Ma se vuoi vederlo da sola… io non mistero gelosa…

S: Stai scherzando? E come faccio?

F: Si fa, si fa. Luigi non lo saprebbe mai. Tranquilla. E in realtà ne beneficerà anche lui.

S: In che senso?

F: Mi hai detto, no, che siete un po’ entrati nella ruotine tra le lenzuola?

S: Sì, beh, sempre le solite cose. Non riesce sempre a farmi godere.

F: Ecco. Lo sai che io con Carlo uguale, no? Ma da quando l’ho tradito…

S: Cioè?

F: Mi mistero un po’ risvegliata, e lui sta apprezzando. Poi, sai, ho portato qualche novità che lui tanto voleva…

S: Che novità?

F: Ho fatto qualche scoperta interessante che mi è piaciuta e ora la faccio anche con lui…

S: Sì, ma tipo?

F: Eddai, te lo devo proprio dire?

S: Sì.

F: Vabbeh, ad esempio il culo.

S: Il culo?

F: Sì.

S: Non glielo avevi mai dato?

F: No. Avevamo provato, ma…

S: E ora sì. Cioè, dopo averlo dato a…

F: Sì.

S: Cioè tu non l’avevi mai fatto, e glielo hai dato la prima volta che ci sei andata insieme?

F: Sì. Te l’ho detto che non so dirgli di no.

S: Sì, ma cazzo! Potevi farglielo sudare un po’ di più, no?

F: Eh…

S: Che porcellina che sei diventata! E quindi ti è piaciuto?

F: E’ stato bravissimo.

S: Eh, con me quando ci prova Luigi mi fa solo male. Lo faccio solo per fargli piacere.

F: Devi provare con lui. Ti si apre un mondo!

S: Eh, sì, ti si apre il culo, piuttosto!

F: Che stronza!

S: Senti chi parla! E poi a cos’altro non sei riuscita a dire di no?

F: Ma, non so. Ad esempio lo abbiamo fatto in luoghi pubblici.

S: Luoghi pubblici?

F: Sì. Nell’idromassaggio delle terme. Abbiamo spostato i costumi e me lo ha infilato dentro. Vicino a noi c’era gente. Non ti dico.

S: Cazzo, mi stai facendo venire voglia… voglia di tradire *** marito!

F: Fallo. E’ una goduria. Fidati. E’ solo sesso. Con tuo marito non potrà mai essere “solo sesso”. Trovatene uno che non sopporti. Uno con cui non rischi di innamorarti. Come ho fatto io.

S: Eh, tu la fai facile…

F: Lo è. Basta lasciarsi andare. Forse il problema è poi fermarsi.

S: Hai ragione. Tu mi sembri già un po’ troppo senza freni.

F: Lo so. Mi ha già fatto una proposta a cui per ora ho detto di no, ma non so per quanto resisterò…

S: Che proposta?

F: Mi ha detto che ha un amico…

S: Un amico? Vuole farlo in tre?

F: Sì. Cazzo.

S: …

F: Non dici niente?

S: Cosa vuoi che dica? Ti sto invidiando molto. Che sei capace di fare queste cose.

F: Guarda, anche io non pensavo di esserne capace. Però…

S: Che ti devo dire, tienimi informata sugli sviluppi.

F: Ah, grazie!

S: Perché grazie?

F: Non sai quanto avevo bisogno di raccontare questa cosa a qualcuno. Per fortuna ci sei tu che come amica non mi giudichi male. Ho bisogno di questo conforto.

S: Ma figurati. Non sei certo la prima che mette le corna al marito!

F: Sì, ma mi sento così diversa da me in quei momenti. Ho bisogno di condividere la cosa con te, altrimenti impazzisco.

S: Non ti preoccupare. Io ti sto sempre ad ascoltare, poi questi argomenti non mistero affatto male da sentire. A quando il prossimo incontro?

F: Beh, stasera vado in palestra. Lo rivedo per la prima volta dopo il weekend. E’ per questo che volevo sentirti.

S: Cosa pensi che farete?

F: Mah, io vorrei limitarmi. Non vorrei farmi scopare. Pensavo di fargli al massimo un pompino.

S: Brava! E poi quando torni a casa dai un bacio a tuo marito?

F: Oh, dai, non fare la stronza!

S: Non faccio la stronza. Pensaci. Non ti stuzzica l’idea?

F: Miii… forse hai ragione. Cazzo, sei peggio di me, tu, mi sa. No, ma non posso fargli questo!

S: Ah, no?

F: Mmmm, forse… Dai, basta, non parliamone più altrimenti mi sale la voglia e poi chissà cosa faccio stasera…

S: Ok, come vuoi.

F: Dai, raccontami qualcosa tu ora.

S: Allora…
chiappeviola

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#47
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Adoro il sabato

Penso che sia stata un'idea del Sig. Gianni farmi portare un grembiulino mentre lavo la sua automobile, ma è stata Francesca a ordinarmelo. La diverte l'idea che tutto il vicinato mi veda vestito così in giardino mentre lavo un'automobile che non è mia.
Non ho mai fretta di completare il mio compito. Riesco a pulire l'automobile dell'amante di mia moglie come uno specchio, dentro e fuori, in un'ora, sapendo che loro sono al piano di sopra in camera da letto a fare i porcelli per almeno due ore. E spesso anche più a lungo. Non so molto di lui, solo il poco che Francesca si è degnata di dirmi. Il suo nome è Gianni, lavora nello stesso ufficio di Francesca, ed è sposato. È stato l'amante di mia moglie per quasi sette mesi, e ogni sabato pomeriggio viene a casa nostra.

Non mi sono mai rammaricato di aver confessato a Francesca, un anno fa circa, la mia fantasia di essere cornuto. Non sono nemmeno sicuro da dove mi sia venuta. Perché un uomo vorrebbe che sua moglie, che adorato e venera, dovrebbe farsi un amante? Non ha senso. Va contro l'intera idea di amore, di matrimonio e, direi, persino della natura delle cose. Eppure, come tutti quei mariti afflitti da questa strana perversione possono confermare, il desiderio è enorme.

E così, un soleggiato sabato pomeriggio, questo cornuto col grembiulino pulisce l'automobile dell'amante di sua moglie. La mia ossessione mi ha indotto a perdere tutto ciò a cui la maggior parte dei mariti tiene al di sopra di tutto: l'amore e il rispetto di mia moglie, la nostra vita sessuale, la possibilità di diventare padre, il mio amor proprio e la mia mascolinità. Ma, per quanto sembri incredibile, mi trovo esattamente al punto in cui voglio essere. Ho trovato la mia nicchia, ricercata soltanto da una minuscola percentuale di uomini: quella di essere un cornuto volontario.
Coloro i quali si limitano a sognare di essere cornuti – quelli che io chiamo 'cornuti velleitari' - immaginano che le loro mogli siano disposte ad alimentare le loro fantasie con dettagli intimi del sesso che fanno coi loro amanti, o persino che si lascino spiare mentre li cornificano. Sì già ... ma neanche per sogno! Quello può accadere agli scambisti, o a quelli che hanno un matrimonio aperto. Ma per un vero cornuto, la vita sessuale di sua moglie non è affar suo.

* * *
Una dura conferma di questo mi è venuta verso l'inizio della relazione amorosa di Francesca con il Sig. Gianni.
Io, è abbastanza ovvio, ero stato permanentemente bandito dalla nostra camera da letto coniugale, e relegato alla stanza degli ospiti. Un pomeriggio, mentre avevo appena finito di lavare l'automobile di Gianni, avevo ricevuto un SMS: "Portaci da bere: vino bianco e birra fredda".
Ubbidendo al volo, ero corso di sopra colle bevande su un vassoio ed ero entrato in camera da letto. Grosso errore!!
Entrando, avevo notato il Sig. Gianni sdraiato su un fianco che accarezzava Francesca. Lei era seduta sul letto che gli accarezzava i capelli, col lenzuolo che le arrivava solo alla vita, lasciando così scoperte le sue meravigliose poppe. Improvvisamente era scoppiato il finimondo. Nel vedermi entrare, il sorriso di Francesca era scomparso, sostituito da uno sguardo d'orrore.
Rapidamente, aveva afferrato il lenzuolo a coprirsi i seni. "Non ti ha insegnato nessuno che si bussa?" aveva gridato, avvolgendo più strettamente il lenzuolo intorno a sé.
"M-ma F-Francesca ..." ho cominciato a balbettare, "... s-sono s-spiacente. I-io ..."
"Spiacente?" aveva sputato invelenita, "Te lo faccio vedere io 'spiacente', fottutissimo pervertito!"
Me ne ero rimasto là, scioccato da quella sua reazione. Sebbene sapessi di aver definitivamente rinunciato a qualsivoglia intimità coniugale dopo la mia confessione, ero stordito di fronte alla veemenza di quella scenata ... e poi solo per aver visto i seni di mia moglie.
Lentamente, il Sig. Gianni si era girato verso di me e aveva sibilato, "Niente più tette per te, cornuto!" aveva sbraitato, "Niente più tette, niente più culo, niente più fica!"
Aveva preso una ora sorridente Francesca tra le sue braccia, e aveva aggiunto, "È tutta per me adesso! Tutta mia!"
Poi si era alzato, aveva sfilato la cintura dai suoi pantaloni, se l'era piegata nella mano e, con un ghigno satanico stampato in volto, mi aveva ordinato, "In ginocchio, e culo in aria, ciccione cornuto! Adesso te la faccio passare io la voglia di fare il guardone!"
Era stata la prima di tante altre volte ... sempre al sabato pomeriggio.
maxbracci

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#48
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Confessione trovata in rete


Ho condiviso sessualmente Francesca,mia moglie 35enne, con un'altro uomo per circa un anno.
Il suo capo ufficio dove lavorava. Un uomo maturo di bell'aspetto che aveva corteggiato da subito Francesca.
Lei di questo me ne aveva parlato ed io avevo detto che se voleva....insomma era da tempo che covavo dentro di me il desiderio di vederla tra le braccia di un'altro uomo. Piano piano la cosa si realizzò e tutto andò secondo i nostri desideri. Lui un uomo eccezionale oltre che dotato che ha saputo soddisfare sessualmente la mia signora.Nel vederli ho provato delle sensazioni bellissime.
Tra noi tre nacque una bellissima complicità e di conseguenza un'amicizia.Avevo imposto di usare il preservativo anche perchè mia moglie non prendeva la pillola. Tutto andava bene, ognuno era soddisfatto per i propri desideri ed io e mia moglie ci volevamo sempre più bene. Lui frequentava casa nostra tranquillamente e si scopava Francesca quando voleva senza alcun problema.
I rapporti sessuai completi con mia moglie erano diventati più rari ma andava bene così perchè io mi divertivo lo stesso.
Un bel giorno lui, senza dir niente, si tolse il preservativo e la inforcò venendogli dentro. Non dissi niente, non me la sentii, quella donna infondo se la meritava tutta. Così non usò più il preservativo così dopo neanche un mese mia moglie uscì incinta di lui.
Mia moglie era stata messa incinta dal suo amante davanti ai miei occhi mentre godevo. Cose da matti! Andai su tutte le furie ma in fondo me l'ero cercata. Francesca non disse nulla, voleva il suo bambino, non voleva abortire per nessuna ragione al mondo. Pensammo di rompere il rapporto con quell'uomo senza dirgli nulla e di trsferirci in un'alta città. Mi rassegnai ad accettare questo fatto quando capii che Francesca era felice di avere questo bambino. Non importava di chi fosse, lo voleva e basta. Alle donne non importa chi sia il padre biologico, l'importante che abbia un padre che lo cresca.
Per l'amore di mia moglie ho dovuto accettare anche se non mi va ancora giù. Però a pensarci bene me l'ero anche meritata questa storia, il frutto di bizzarre trasgrassioni. Tra due mesi nascerà questo bambino, il mio primogenito concepito però da un'altro uomo che ho buttato tra le grazie di mia moglie. Capita anche questo
chiappeviola

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#49
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Il buco di chiavata del Sig. Gianni

Il mio rapporto colla Sig.ra Francesca è molto migliore di quanto lo sia mai stato prima che arrivasse Gianni lo Stallone. Dopo che Padron Gianni mi aveva mostrato la massiccia dotazione che intendeva utilizzare sulla Sig.ra Francesca, era divenuto impossibile per me continuare a negare di essere un frocetto inadeguato. Il Sig. Gianni mi ha insegnato ad accettare la mia vergogna permanente di essere un frocetto minidotato, e a vivere orgogliosamente la vita che la natura ha riservato per me.
Avevo pianto confessando al Sig. Gianni quanto fosse piccolo il mio pene, e come non fossi mai riuscito a soddisfare la Sig.ra Francesca. Inginocchiato nudo davanti a quest'uomo muscoloso, pregandolo in lacrime di usare quel suo uccello enorme sulla Sig.ra Francesca ogni volta che ne avesse avuto voglia, era stato il primo passo sulla strada che mi avrebbe poi portato a diventare il miglior ex-fidanzato possibile per la Sig.ra Francesca.
Il modo migliore per dimostrare il mio amore e la mia devozione per La Sig.ra Francesca era di succhiare l'enorme uccello del Sig. Gianni e pregarlo, singhiozzando per la vergogna, di soddisfare il suo desiderio sulla mia fidanzata! Quando il massiccio cazzo del Sig. Gianni diventava duro come l'acciaio nella mia bocca, il suo sguardo faceva paura, e la mia sola preoccupazione era quella di placarlo e compiacerlo, così che non mi facesse qualcosa di peggio.
Ricordo ancora la prima volta ... che cosa poteva fare un povero minidotato se non obbedire al Sig. Gianni, chinandosi dinanzi al suo maestoso uccello e, balbettando, presentandogli il sedere ben sollevato? Il massiccio cazzo del Sig. Gianni, duro come il granito, s'era impalato in me e, facendomi squittire e ululare di dolore, mi aveva scopato il sedere. Mi aveva afferrato per le anche, grugnendo di piacere all'idea di far piangere un sottomesso col suo uccellone, e me lo aveva spinto dentro fino alle balle, godendo immensamente nel sentirmi piangere, balbettando di vergogna, e pregandolo che scopasse tutti i buchi della Sig.ra Francesca quando ne avesse avuto voglia.
Ci metteva molto il Sig. Gianni a venire. Quando finalmente, muggendo come un toro, scaricava nel mio sfintere un litro del suo seme con una profonda spinta finale, io ero ridotto a un codardo piagnucolante, umiliato e desideroso di fare qualsiasi cosa il Sig. Gianni ordinasse e nient'altro che quella, non importa di che cosa si trattasse! La ******* sodomizzazione mi rendeva impossibile essere altro che un servile frignone dinanzi a quest'uomo magnifico!

Quella prima volta, dopo l'inculcata, mi ero dovuto inginocchiare ancora in lacrime di fronte al Sig. Gianni con il sedere dolorante, coll'attrezzo gigantesco che mi aveva fatto così male proprio lì, davanti al mio naso. Ancora duro, appoggiato su enormi testicoli pelosi, il grosso uccello del Sig. Gianni a riposo era tre volte più grande del mio piccolo cazzetto rigido! Non aveva nemmeno avuto bisogno di dirmi ciò che dovevo fare. E dover leccare la melma di feci e sperma che copriva quell'enorme uccello mi fece capire irrevocabilmente che ora il Sig. Gianni mi avrebbe portato via la mia fidanzata, e che il mio ridicolo cazzetto non sarebbe mai più penetrato nella sua morbida pisella.

* * *
Di ritorno dallo shopping, la mia fidanzata era stata attratta da grugniti maschili che provenivano dal bagno.
Era trasalita, scioccata: una cosa era sapere di essere legata a un perdente come me; un'altra vedermi in ginocchio nudo e incatenato alla tazza del cesso, con la bocca spalancata, mentre il Sig. Gianni sollevava il suo massiccio uccello pisciandomi in gola.
Avevo capito subito che la donna che guardava allibita questa scena non era ormai più la mia fidanzata!
La Sig.ra Francesca era come in trance alla vista del gigantesco membro del Sig. Gianni. Avevo notato un fremito percorrere le sue femminili anche, il suo generoso petto sollevarsi in un gemito, e la punta della lingua fuoriuscirle a sfiorare le labbra umide. In piedi là, vestita per andare in centro, la Sig.ra Francesca stava praticamente offrendo su un piatto d'argento la sua femminilità al Sig. Gianni. Al quale questo spettacolo era piaciuto parecchio: i grossi seni che ondulavano sotto la camicetta semitrasparente, le anche rotonde e le cosce affusolate che riempivano la sua gonna matronale. Vedendosi osservata così, la Sig.ra Francesca si era resa conto di avere la pisella fracica, la bocca aperta, e che i suoi seni e le sue natiche stavano fremendo!
Il Sig. Gianni mi aveva forzato a mettermi a culo in su, faccia sul pavimento davanti ai sandali bianchi della Sig.ra Francesca. Mi ero messo a piangere di nuovo, mentre ero costretto a confessare alla Sig.ra Francesca quanto mi vergognassi di avere un pene così piccolo che non aveva mai potuto soddisfarla a letto per tutto il tempo della nostra relazione. Il Sig. Gianni si era poi sfilata la cinghia, l'aveva ripiegata, e aveva cominciato a frustarmi il sedere nudo, facendomi balbettare e gridare di dolore e umiliazione, mentre pregavo la Sig.ra Francesca di spogliarsi e sdraiarsi a gambe spalancate per farsi montare dal Sig. Gianni!
La Sig.ra Francesca non riusciva a credere ch'io la stessi supplicando di concedere le sue grazie a quel grosso omaccione perché lui la smettesse di picchiarmi! E soprattutto era evidente che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla massiccia virilità del Sig. Gianni. Il suo enorme cazzo stava sempre più irrigidendosi mentre mi frustava. La Sig.ra Francesca si era sentita, in un impeto di desiderio, il premio per il maschio vittorioso che torreggiava sopra di me. E in un solo istante si era spogliata nuda davanti al Sig. Gianni, mostrandogli le sue grosse tette, la sua fica pelosa, il suo culetto rotondo, e dicendogli che era tutta sua!
Il Sig. Gianni mi aveva somministrato un'ultima cinghiata strappandomi l'ennesimo grido di dolore poi, mentre singhiozzavo raggomitolato a terra, mi aveva scavalcato e aveva preso in braccio la Sig.ra Francesca. L'aveva portata in camera da letto, e lei aveva squittito quando l'aveva lasciata cadere sul letto. Grande scricchiolio di molle, poi gemiti, e infine grida di gioia a pieni polmoni mentre il Sig. Gianni aveva preso a sconquassarle la pisella a colpi veloci, duri e profondi con quel suo maestoso cazzo! Raggomitolato singhiozzando sul pavimento del bagno, col sedere in fiamme, avevo udito la Sig.ra Francesca squittire durante l'orgasmo, e il Sig. Gianni ruggire mentre svuotava le sue enormi palle dentro di lei. Ecco, il mio fidanzamento con la Sig.ra Francesca finiva lì e ... come sarebbe stato in futuro, ora che lei era diventata il buco di chiavata del Sig. Gianni?
Dopo, mentre il Sig. Gianni decantava che donna calda era la Sig.ra Francesca, lei sembrava non farsi alcun problema sapendo che il perdente che era stato il suo ex-fidanzato se ne stava ammanettato alla tazza del cesso, singhiozzando e col culo in fiamme. Lei era lì, stesa sul letto, le gambe spalancate per il Sig. Gianni. Se era quello che ci voleva per avere sempre nel suo letto quel magnifico stallone, allora la Sig.ra Francesca era assolutamente favorevole all'idea che quel perdente del suo ex-fidanzato venisse quotidianamente ammanettato alla tazza del cesso, frustato a sangue e costretto a fluffare il suo amante. Per la prima volta, col monumentale cazzo del Sig. Gianni profondamente piantato nella sua femminilità, si sentiva finalmente una vera donna!
chiappeviola

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La penitenza

Gianni è arrogante, odioso. È lui che mi ha portato via Francesca, la mia (ora ex) fidanzata. Quando gli passo vicino mi sorride beffardo e mi dice "Ciao, cornuto".
Non so cosa gli farei. In compagnia mi sbeffeggia, mi umilia tutte le volte che può facendomi sentire frocio, e ha un forte ascendente su molti del gruppo, benché non sia ancora considerato il capo, che resta Fabio, suo grande amico. È una compagnia che frequento da poco, qui in un piccolo paese di montagna del Veneto. Stasera ci troviamo al parco, sono le dieci, si decide di giocare alle penitenze, che toccano a chi fa cadere il pallone. Giochino stupido, i_n_f_a_n_t_i_l_e, penso. Ma non so ancora cosa mi aspetta.
Siamo una quindicina, otto maschi, sette femmine. La prima che "ci resta" e deve fare penitenza è Isa, le fanno cantare davanti a tutti La canzone del sole a squarciagola. Che stupidaggine, penso. Il gioco va avanti, ci resta Giacomo, che per penitenza deve correre su e giù per il pendio 10 volte. Che palle... Poi vedo che mi cominciano arrivare dai maschi pallonate insidiose, continue... Paiono d'accordo. Alla fine sbaglio e "ci resto", tocca a me fare penitenza. Come sempre è il capo che ordina che penitenza mi tocca.
"Devi leccare i piedi a Gianni". Resto interdetto, penso che sicuramente scherza.
"Ma dai", rispondo sorridendo... Fabio mi guarda serio e mi ordina di eseguire la penitenza.
"Ma sei matto?", gli faccio. La mia voce trema, però. Mi si fanno attorno quattro o cinque del gruppo con l'aria molto determinata e mi dicono che la penitenza va fatta, altrimenti si offendono e trovano il modo di punirmi sul serio. Capisco che non ho scampo e mi preparo a fare la penitenza: un gesto simbolico di un attimo, penso. Certo proprio a Gianni.... mi scoccia un bel po'. Mi avvicino a lui, mi chino.
"In ginocchio", ordina Fabio. Obbedisco. Sento un miscuglio strano di rabbia ed eccitazione, non so che cosa mi prende. Sono in ginocchio davanti a Gianni, gli lancio uno sguardo verso l'alto: ha l'aria di sfida... un sorriso aggressivo e sarcastico. Gli slaccio i sandali e glieli tolgo. Mi chino e do un piccolo colpo di lingua al suo piede destro, poi all'altro.
"Ho fatto", dico a Fabio, e faccio per alzarmi.
"Fermo", mi dice, "resta dove sei, devi leccare per almeno tre minuti di orologio". Sento un colpo al cuore, divento rosso...
"Fabio, ti prego", imploro debolmente. Inflessibile, il capo mi ordina
"Muoviti, devi fare penitenza!". Sono in ginocchio davanti a Gianni, chinato sui suoi piedi. Mi rassegno e inizio a leccare, come un cane, prima la parte di sopra, poi le dita, le parti di fianco.
Quanto tempo dovrà passare ancora?
Sento Gianni che mi dice a voce bassa, "Lecca, frocio".
Sento pulsare il cuore e non solo, e stavolta non è rabbia... Poi Gianni alza un piede e mi porge la pianta: vuole che gliela lecchi. Eseguo, gliela lecco una volta, due volte, quattro, dieci. Poi mi sbatte davanti alla faccia l'altro piede chiedendomi lo stesso trattamento. Mentre eseguo mi dice a voce bassa
"Hai visto? Sei un frocio leccapiedi".
Fabio dice "Okay può bastare".
Mi alzo a fatica, a testa bassa, sono scombussolato, sento qualche risolino... il gioco prosegue. Adesso tocca ad Antonio fare penitenza: gli chiedono di percuotersi il petto come un gorilla... roba puerile, ridicola, a differenza della penitenza imposta a me. Passa un quarto d'ora e tocca ancora a me restarci, dopo un altro tiro incrociato dei maschi per farmi sbagliare. Ormai ho capito che sono tutti d'accordo. Ed ecco l'ordine perentorio del capo Fabio:
"Calati i pantaloni e le mutande e appoggiati a quel pino: riceverai 15 cinghiate sulle natiche da uno di noi".
"No, questa no Fabio... non puoi...", mi tremano le gambe... ho la bocca secca, il batticuore...
Mi parla calmo e minaccioso, "Senti un po', tu non sai cosa ti capita se non stai a questo gioco, capito? Esegui immediatamente!".
Tra le ragazze, sento che la mia ex fidanzata e le sue amiche ridacchiano, i ragazzi confabulano... Mi avvicino a un pino... mi calo i pantaloni... poi anche le mutande. La luce dei lampioni non è forte ma abbastanza perché il mio culone grasso sia ben in mostra a tutti... Chi sarà ad avvicinarsi? Sono appoggiato con le mani all'albero, ho il sedere nudo ed esposto a chiunque... spero solo che non sia Gianni. O forse spero che lo sia? Sono confuso, non capisco le mie stesse sensazioni. Sento uno avvicinarsi... mi volto... è lui, naturalmente. Tutto il gioco è progettato abilmente e spietatamente: è lui che vuole umiliarmi e chissà che cos'altro.
"Ciao cornuto", mi fa sarcastico come sempre. Non mi muovo, non rispondo... sento l'eccitazione che mi sale, cerco di spegnerla... non so cosa mi capiti. La situazione mi imbarazza e mi umilia, e mi eccita proprio per questo. E Gianni lo sa, e anche gli altri forse. Non ho esperienze simili da circa un anno... ricordo Gianni, tenero ma anche forte e duro in quei momenti... da allora più nulla... Gianni mi si piazza dietro le spalle a un metro di distanza. Lo osservo con la coda dell'occhio. Si sfila la cinghia dei pantaloni, che è di quelle larghe e di pelle dura tipo coccodrillo.
"Sei pronta?", mi fa con una voce dolcemente sarcastica. Non rispondo, chiudo gli occhi.
"Togliti anche la maglietta", mi ordina. Obbedisco. Sono nudo e passivo. Aspetto la punizione. Il rumore dell'aria e la prima frustata sulla natica sinistra mi lascia un bruciore fortissimo. Cinque secondi e un'altra arriva nello stesso punto... Mi sforzo di non urlare... Passano altri 5... 10 secondi lunghissimi ...
Slash!!!
... ecco la terza frustata sulla natica destra questa volta, poi un'altra dopo due secondi sullo stesso punto.
"Ti piace essere picchiato colla frusta eh? Frocio, cornuto!", mi dice Gianni a voce bassa. Lo odio e lo desidero... mi sento completamente in balia di lui. La quinta frustata arriva a destra, nella parte superiore della natica, la settima nello stesso punto e anche l'ottava... Sto sanguinando, probabilmente. Nel gruppo c'è silenzio, anche eccitazione, penso. Che porci schifosi... Subisco la mia punizione, la mia umiliazione davanti a tutti. Mancano ancora sette frustate. Gianni fa passare mezzo minuto, poi me ne lascia andare una fortissima nel punto dove mi ha già colpito più volte, a destra.
Grido, "Aahhhh".
"Urla, frocio, mi ecciti di più così, e te le do ancora più forte". La decima frustata è fortissima e di nuovo urlo.
"Aahhhhhhhh". Sono eccitato, sporgo il culo senza volere, è il mio istinto di schiava, di donna sottomessa... Gianni frusta con più forza ancora, sempre nello stesso punto. Stavolta è una raffica.
"Tieni frocio, non meriti altro, ed è solo l'inizio della cura....", mi fa, facendomi piovere le ultime cinghiate sul culo in fiamme e sanguinante. Sono quindici, la punizione è finita, per ora... Mi lascio andare, cado in ginocchio con la faccia appoggiata all'albero.
"Bene", dice Fabio, "rivestiti, il gioco riprende".
La sua voce è un po' roca per l'emozione e l'eccitazione. Sento addosso il desiderio di tutti quei maschi, sento anch'io il desiderio, e di loro in particolare... Gianni, l'odioso e arrogante Gianni, che mi ha umiliato come nessuno mai aveva fatto prima. È mezzanotte circa. Il gioco prosegue: penitenze lievi per tutti, poi ci resto ancora io.
Fabio ordina: "Dovrai percorrere il prato intero in meno di 10 secondi. Se ce la farai sarai libero, sennò dovrai fare tutto quello che ti ordinerà uno di noi, che però potrai scegliere tu. Ma... tutto, hai capito? E davanti a tutti".
Il campo misura un'ottantina di metri: si può provare, ma è impossibile, lo sanno tutti... Parto... tutti fingono di fare il tifo, a un certo punto scivolo, mi rialzo, scivolo ancora... Hanno messo qualcosa in terra, casomai ce l'avessi fatta... Arrivo in 15 secondi trafelato.
"In ginocchio", mi ordina Fabio. "Adesso devi scegliere". E ordina a tutti i maschi di farsi avanti.
"Scegli me, cornuto", mi dice più di uno. Gianni tace. Mi vergogno a indicare proprio lui, ma è lui che desidero, e ormai non ho più paura di niente. Aspetto... l'imbarazzo è grande... Lo guardo... ha la solita espressione sarcastica, forse un po' severa, quasi a dirmi "Bada di scegliere me!".
Ma ormai ne è sicuro. Alzo il braccio e lo indico col dito.... Fabio mi dice
"Devi dire il nome!". Mi faccio coraggio e...
"Gianni", dico. Qualcuno commenta
"Puttana...",
"Le è piaciuto il trattamento di prima...",
"Frocio leccapiedi...". Gianni si avvicina, tutti gli altri si mettono a distanza di una decina di metri. Sono in ginocchio davanti a lui. Ed ecco l'ordine, umiliante come sempre, come mi aspettavo, come desideravo:
"Leccami i coglioni!". Gli apro i pantaloni ubbidiente, gli abbasso gli slip... il suo cazzo è in erezione quasi completa. Mi chino e gli lecco le palle, sento il suo odore forte... lecco come una cagna, come una puttana. Lo sento ansimare di piacere. Continuo fino al nuovo ordine:
"Prendilo in bocca!". Eseguo, lo faccio entrare fino in gola, lo succhio, lo faccio entrare e uscire muovendo la mia testa avanti e indietro. Ho gli occhi socchiusi... so che si capisce che mi piace... tutti mi guardano, e la cosa mi eccita ancora di più.
"Succhia, frocio", mi ordina Gianni, che mi tiene la mano sulla testa in segno di dominazione. Obbedisco, lo succhio, lo sbocchino, adesso è durissimo, e Gianni me lo spinge in gola fino a farmi soffocare. Mi lascio fare tutto, mi lascio scopare la bocca, sento il suo sapore, l'odore del cazzo... Vado avanti così cinque minuti, poi sento il suo ordine:
"Mettiti davanti a quel pino... come prima, ti ricordi?". Faccio per alzarmi.
"No!", mi ferma Gianni, "Dovrai andarci a quattro zampe sculettando." Eseguo, percorro quei dieci metri come una cagnetta in calore.
"Adesso alzati e sporgi bene quel culone grasso da puttana". Obbedisco.. aspetto di essere penetrato ma... ecco mi arriva una sculacciata fortissima... una seconda.
"Aaaaaahhhh", urlo di dolore. Subisco venti sculacciate dalle sue mani calde e forti..., poi sento finalmente penetrarmi... allargarmi in modo violento e senza pietà... mi sta inculando... è dentro di me con i suoi 20 centimetri, forse di più. Ansimo... urlo di dolore... poi di piacere.... Mi sbatte aggressivo, violento. Mi tiene giù la testa con le mani, mi dice
"Prenditelo in culo, frocio". Per un quarto d'ora mi regala le sue botte forti da toro scatenato, mi monta come un a_n_i_m_a_l_e. Mi dimeno, urlo, sono urla di piacere, da donna in calore... Me lo sfila, mi ordina di inginocchiarmi....
"Tieni aperta la bocca". Si masturba... passa un minuto e mi sborra in faccia... una volta... due... tre... quattro... cinque... mi va in bocca, negli occhi, sulle guance.
"Pulisciti con le mani e lecca tutto". Obbedisco: lecco ingoio, bevo tutto... ho il suo sapore in bocca, sto godendo... Una goccia è finita in terra, mi ordina di raccoglierla con la lingua... mi chino e obbedisco. Poi glielo pulisco tutto... Resto inginocchiato a testa bassa davanti a lui. Passa un minuto... sento un liquido caldo che mi arriva in faccia, sulle spalle... mi sta pisciando addosso. Mi infila il cazzo in bocca e si libera dell'ultimo fiotto nel mio stomaco.
"Bevi anche questa, frocio".
Obbedisco.
chiappeviola

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#51 · Edited by: chiappeviola
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Cornuto ... finalmente!
(originariamente di Levitra)


Me la sta chiavando!!!
Me la scopa davanti agli occhi!!
L'ha spogliata poi leccata facendola godere!!
Ha estratto il suo membro facendosi succhiare a lungo e ora vedo il suo grosso cazzo che si fa largo nella fighetta di mia moglie.
La apre, la sfonda, la slabbra completamente mentre lei gode e gli urla di sfondarla e di farla godere come una troia.
Vedo il suo viso stravolto dal piacere e incrocio il suo sguardo.
"Guarda cornuto!!! ... guarda come scopa un vero maschio ... guarda che cazzo che mi sta sfondando la pisella!!!"
Lui rallenta il ritmo della scopata e mi guarda beffardo.
"Ti piacerebbe avere un cazzo come questo!!" mi dice estraendo il suo grosso randello.
Me lo mostra fiero, tutto lucido della saliva e degli umori vaginali di mia moglie, poi lo affonda nuovamente fino alla radice.
"Aaaaahhh ... sìììì ... finalmente un cazzo come si deve! Guarda cornutone, guarda come mi apre la pisella!!"
L'uomo estrae di nuovo il cazzo e la pisella di Francesca resta oscenamente spalancata.
"Questo si che è un vero uomo ... gli darò anche il sedere!!"

Sento una fitta al basso ventre, gli darà anche il sedere, lo darà a lui, al suo maschio, mentre a me, che sono suo marito, non l'ha mai dato e mai lo darà.
Francesca gode e si agita sotto le spinte di quel maschio instancabile e superdotato.
"Oooohhh ... amore fottimi ... fammi sentire femmina e troia ... scopami ... scopamiiiiiii!!"
"Cornuto vieni a leccare il sedere di tua moglie ... leccalo bene perché dopo lo devo sfondare per bene!!" mi ordina il maschio.
Come un cagnolino mi inginocchio alle spalle di Francesca, che si è già messa a pecorina, e comincio a leccare il suo buchetto vergine.
"Leccami bene cornuto ... leccami perché se mi fa male lo faccio sfondare anche a te ... ma a secco!!"
Un'altra fitta al basso ventre e il mio cazzetto, ben sei cm in piena erezione, si erge in tutta la sua pochezza.
"Mi sa che gli piace l'idea di prenderlo in sedere a secco!!" ride il gigante mentre si mena il cazzone a pochi centimetri dalla bocca di Francesca.
Continuo a leccare, inumidendo l buchino mentre mia moglie accoglie la grossa cappella tra le labbra spompinando il suo amante con l'abilità di una troia consumata.
"Sei brava a succhiare ... ma certo non è merito del cornuto!!"
"Certo che no!!" risponde mia moglie smettendo un attimo di succhiare, "Prima di sposarlo ho succhiato decine di cazzi alla ricerca di quello giusto ... ma ora l'ho trovato!" continua riprendendo a leccare la grossa cappella violacea.
Ormai il sedere è pronto e l'uomo mi fa cenno di allontanarmi, poi ci ripensa e mi dice di avvicinarmi.
"Sarai tu a guidare il mio cazzo nel sedere di tua moglie ... sei d'accordo troiona?!"
"Sììììì!!! .. sarà ancora più bello sapere che è il cornuto che mi mette il tuo scettro nel sedere!!"
Prendo il cazzo in mano, comprendendo quanto sia molto ma molto più grosso e duro del mio e che piacere può dare a mia moglie, e appoggio la cappella al buco.
L'amante di mia moglie allora inizia a spingere lentamente il suo pistone nello stretto budello.
Di schianto lo sfintere cede e il cazzo affonda con relativa facilità nel buco del sedere di Francesca.
"Aaaaaahhhhh ... che maleeeeeee!!! Noooo ... tiralo fuori ... nnnnooooooo!!" urla ma ormai quasi tutto il cazzo è dentro di lei.
Il maschio si ferma per farla abituare alla grossa intrusione.
"Tranquilla ... tranquilla ... è dentro quasi tutto ... vedrai che poi ti piace e non vuoi più toglierlo!!" sogghigna l'uomo.
Lentamente arretra per poi affondare nuovamente ancora di qualche centimetro e allora vedo il viso di Francesca rilassarsi.
"Mmmmhhhh ... sììì...continua ... inculami ... fammelo sentire tutto dentro ... aaahhh, che goduria ... che bello!!"
È il piacere che inizia a farsi sentire.
Poco dopo il cazzone affonda ed esce dal suo sedere come un treno in corsa e lei gode come una maiala.
"Mmmmmhhh ... godo ... godo ... dai amore sfondami il sedere fammi godere ... sapessi come godo cornuto!!....godo come una vera donna finalmente!!"

L'inculata dura ormai da diverso tempo e lo stallone comincia a dare segni di essere sul punto di sborrare.
"Adesso ti sborro in bocca troia e tu cornuto guarda quanta sborra si beve la troia!!" mi dice sfilando il cazzo dal sedere di mia moglie.
Francesca si gira come un fulmine con la bocca spalancata e l'uomo inizia a sborrare, uno, due ... cinque fiotti abbondantissimi di sperma bianchissimo e denso e poi ancora, due, tre, quattro fiotti un po' meno intensi le riempiono completamente la bocca.
Francesca mi guarda beffarda, fa dei gargarismi con la sborra del suo amante e poi ingoia ingorda.
"Mmmhhh ... che buona ... hai visto quanta sborra ... questo si che si chiama sborrare!!...mica quel liquido incolore che esce dal tuo cazzetto!!"
"Adesso puliscilo con la lingua cornuto!!" mi dice l'uomo porgendomi la sua enorme asta da leccare.
Lo pulisco diligentemente e poi corro in bagno a segarmi.
Quando torno lui è vestito e si appresta a salutare la sua troia.
"Ciao Francesca ... ci vediamo settimana prossima...mi raccomando non farti toccare dal cornuto!!"
"Ciao Hamed ... tranquillo ... il cornuto se ne starà buono buono ... vero cornutello!?"
"Sì certo!!" rispondo mentre accompagno alla porta l'amante senegalese di mia moglie.
chiappeviola

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#52
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Umiliazione

Frequentavo la mia ragazza del tempo da circa 2 mesi. Si chiamava Francesca; alta 1 metro e 65, aveva un viso dolce e un seno proporzionato alla sua altezza. La parte che più preferivo del suo corpo era pero il suo bellissimo sedere, alto e sporgente. Aveva l'abitudine di vestirsi con abiti succinti in pelle. Non che fosse sguaiata nel modo di vestire, anzi.. univa una certa timidezza, confermata dai pochi centimetri di epidermide che lasciava intravedere, ad una vaga tendenza all'esaltazione delle sue forme, perfettamente scolpite in quell'accoppiata gonna gilè che aderiva perfettamente alla sua figura.
Raramente uscivamo insieme, anche perché quel suo modo di vestire, che la rendeva ai miei occhi eccitante e bellissima, mi faceva temere che altri potessero poggiare gli occhi su di lei, cosi dolce e riservata.
Per pasqua decidemmo pero di affittare una casa in montagna per qualche giorno, insieme ad un gruppo di amici. Tra di loro c'era Gianni, un ragazzo della mia compagnia con cui non avevo mai legato dai modi arroganti e con una certa tendenza alla litigiosità accentuata dalla sua passione per il pugilato.
Notai da subito che aveva poggiato gli occhi sulla mia Francesca, da quando, scesi dalla macchina, accorse ad aiutarci a scaricare i bagagli mettendo in mostra i suoi muscoli ben più prestanti dei miei.
"Meglio che vi dia una mano, altrimenti il signorino rischia di farsi male" disse Gianni con tono sprezzante rivolgendosi alla mia ragazza.
Francesca rispose con un sorriso stretto, che lasciava trasparire fastidio misto ad un senso di sottile soddisfazione.
Gianni non distolse lo sguardo dal suo culetto, incastonato in una gonna di pelle marrone che lasciava trasparire la parte inferiore della sua coscia grazie ad un sapiente spacco laterale.
La serata prosegui tra un bicchiere di vino e l'altro, mentre Gianni non perdeva occasione per fare battute spiritose insieme a Francesca, usando me come bersaglio principale.
Francesca abbozzava qualche timida risata, stretta tra il timore di umiliarmi pubblicamente e il desiderio di compiacere il mio odiato nemico.

* * *
Terminata la serata venne il momento di ritirarci nei nostri letti, ma, dato che i posti erano meno delle persone presenti, venne stabilito che alcuni di noi avrebbero dormito in 3 in un letto matrimoniale.
Gianni non perse l'occasione, e salito con noi in camera chiuse e la porta e con fare perentorio disse, "Dato che dobbiamo stringerci meglio scegliere le persone più piacevoli con cui condividere il letto... Francesca, non sarebbe piacevole per una volta svegliarsi con un vero uomo a fianco?"
La risposta di Francesca mi lascio spiazzato, "Perché no... a patto che tieni le mani a posto ..."
Ancora quel sorrisino dolce e vizioso ...
"Certo che terrò le mani a posto, e controllerò che anche quell'altro verme le tenga, altrimenti lo lego come un salame e lo faccio dormire ai piedi del letto"
"Cosa vorresti fare?" risposi, con tono di sfida. Avrei dovuto tacere..
Neanche un attimo e mi ritrovai in terra, con le mani dietro la schiena e quel bastardo che col ginocchio mi teneva la faccia sul pavimento.
"Devi tenere le mani a posto, verme"
Francesca sorrideva divertita.
Si avvicinò a noi due; potevo vedere la punta dei suoi stivali ad un passo dalla mia faccia. Con tono di supplica si rivolse a Gianni, "Dai, per favore, lascialo stare, non vedi che gli stai facendo male?"
Gianni strinse ancora di più la presa sulle mie mani "Non ti vergogni a farti difendere dalla tua donna? Sei proprio un verme. Ora per punizione chiederai scusa a Francesca per essere un senza palle baciandole la punta dello stivale."
Francesca continuava a ridere compiaciuta della situazione, e aggiunse, "Gianni ha ragione, mi devi almeno ringraziare, se non fosse per me rimarresti a dormire sul pavimento."
Mi porse la scarpa a fianco alla bocca.
"Lecca" disse ridendo in modo complice con Gianni.
Stordito dal dolore, restai per qualche secondo immobile, speranzoso che Gianni mi lasciasse.
Quando capii che non avevo altra scelta diedi una leccata veloce allo stivale di Francesca, che di colpo iniziò a ridere di gusto guardando Gianni negli occhi.
"Sei proprio un leccapiedi ..." disse Gianni, "Anzi, da oggi tu sarai chiamato leccapiedi, anche Francesca ti chiamerà cosi, giusto Francesca?"
Francesca non osò contraddirlo, "Va bene, ora pero andiamo a dormire, sono stanca. Fai alzare leccapiedi e mettiti a letto anche tu, Gianni."
Francesca fece per togliersi gli stivali, quando Gianni la interruppe, "Francesca, non devi stancarti, c'è Leccapiedi che ti toglierà gli stivali. Vero leccapiedi, verme schifoso?"
Uno schiaffo mi fece vibrare il viso. Ormai avevo perso il controllo della situazione, mi sembrava di essere in un brutto sogno.
"Certo" risposi.
"Grazie Gianni, tu si che sei un cavaliere. Ti sei proprio meritato un bacino."
Francesca avvicinò la sua bocca vellutata al collo di Gianni, che stava seduto al suo fianco, mentre io le slacciavo la cerniera dello stivale partendo dal ginocchio per scendere fino alla caviglia.
"Devi usare la bocca, verme!"
Gianni mi assestò un calcio al viso con la suola della scarpa.
"Devi proprio imparare come comportarti!"
Gianni si alzo e mi assestò un altro calcio nel costato, mentre Francesca guardava divertita.
"Ora ti insegno le buone maniere, e da oggi ogni volta che riterrò tu abbia mancato di rispetto a Francesca ti darò una bella serie di legnate. D'ora innanzi chiamerai me Signor Gianni e lei Signora Francesca. Capito?"
Piegato in due in terra feci si con il capo, mentre Francesca, abbracciandolo, gli chiedeva di essere più paziente.
Io ripresi il mio lavoro tirando la cerniera dello stivale come un cane. Gianni intanto parlava con Francesca spiegandogli quanto lei avesse bisogno di un vero uomo, e intanto faceva scorrere la sua mano lungo lo spacco della sua gonna.
"Dai Gianni, tieni le mani a posto, altrimenti il mio ragazzo si ingelosisce. ..." fece lei con civetteria.
"E allora? Quando leccapiedi avrà finito di toglierti gli stivali prenderà la macchina fotografica e farà delle belle foto ricordo di questo momento, mentre io mi abbraccio la sua fidanzatina" disse ghignando
"Sei un porco" fece Francesca, che si alzo immediatamente per prendere la macchina fotografica, "Tieni leccapiedi, se non sei in grado di difendere la tua donna almeno cerca di fare delle buone foto" aggiunse sprezzante consegnandomi la macchina.
"Ma.. Francesca..."
Non terminai di dire la frase che Francesca si rivolse verso Gianni, "Mi ha chiamato Francesca e non Signora Francesca. Gianni, intervieni tu per favore?"
Gianni si alzò con fare serio e prendendomi per un orecchio mi trascinò fino alla porta, legandomi alla maniglia con la pashmina di Francesca. Poi notai con orrore che aveva preso a sfilarsi la cinghia dei pantaloni ...
Con il collo stretto in quella morsa facevo fatica a respirare.
"Devi chiamarla 'Signora', capito?" e ...
Thwack!
... giù una cinghiata sul mio culo.
"S-sì ..."
"Ora chiedi scusa"
"S-scus ..."
Thwack!
Altra cinghiata.
"Chiedimi scusa, verme!" urlò Francesca.
Gianni la prese con forza per la vita e tirandola a se mi disse perentoriamente, "Le donne vanno trattate con decisione e rispetto, Francesca non merita una merda come te."
Mentre mi diceva queste parole vedevo la sua mano che lentamente scendeva sui suoi fianchi, saggiando il suo bel culetto che tante volte avevo leccato con avidità. Lei ormai era totalmente sedotta dal suo modo di fare deciso e arrogante.
"Ora me la fotto la tua donna"
E cosi dicendo la prese con forza e, dopo averla sollevata da terra, la buttò sul letto.
Francesca non si ribellò, ma fece finta di ritrarsi mostrando tutta la sua coscia e la natica sinistra, che copriva a intermittenza con la manina. Gianni tolse fuori l'uccello dai jeans, porgendolo alla sua bocca.
"Hai mai visto un cazzo cosi?" le chiese.
Francesca fece cenno di no con la testa, e si avvicino per annusare quel membro che le veniva offerto con tanta audacia.
Prendendola per la nuca Gianni le infilò con forza il pene in bocca, e la mia piccola Francesca, che non aveva mai voluto cedere alle mie richieste di sesso orale, fece un'espressione di sgomento, accentuata dal rossore delle sue guance.
Superata il primo sconcerto iniziò però a lasciarsi andare, aprendo con parsimonia la sua boccuccia mentre Gianni spingeva con forza il cazzo dentro la sua gola. Si guardavano dritto gli occhi, benché lei ogni tanto si volgesse verso di me con lo sguardo, come ad implorare un aiuto che sapeva non avrei potuto darle.

* * *
Dopo qualche minuto di profondo sesso orale, Gianni la prese con forza, e sollevandola la girò in modo da avere il suo culo davanti al pene. Senza degnarsi di toglierle la gonna infilo la faccia in mezzo alle sue cosce, leccando con avidità la sua fichetta pulita e depilata. Francesca emetteva dei piccoli singhiozzi, intervallati da brevi suppliche a non farle troppo male.
Gianni si girò d'improvviso verso di me, emergendo da sotto la gonna di Francesca, "Ora me la monto la tua donna, perché ora è MIA! Hai capito, Verme!?"
E con violenza prese il suo membro e lo infilò con forza in mezzo alle gambe di Francesca. A giudicare dalla facilità con cui la impalò Francesca doveva essere fracica.
Le mani di lui la tenevano per i seni, stretto ancora nel gilè di pelle nera che Francesca indossava dalla mattina e che Gianni aveva osservato famelico tutta la giornata. Gianni le chiedeva con insistenza, "Chi è quel cane legato alla porta?"
"Il merdoso leccapiedi!!" rispondeva Francesca tra un gemito e l'altro.
Dopo venti minuti di monta Gianni estrasse il suo membro dalla fica di Francesca, per indirizzarlo sul suo naso e riempirle la faccia di calda sborra. Terminato l'amplesso si girò verso di me.
"Ora che ho montato la tua donna posso andare a dormire . Tu dormirai li sdraiato, cosicché domani potrai gustarti il sottoscritto che si monta di nuovo la signora davanti al fidanzato cornuto."
Francesca aveva lo sguardo girato dall'altra parte, con lo sperma che le colava dal viso e finiva sul cuscino.
Non mi avrebbe rivolto la parola fino alla mattina successiva

Continua
chiappeviola

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#53 · Edited by: chiappeviola
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Lo sai che non puoi


Sono passate le due quando la sento rientrare.
Cerca di fare meno rumore possibile quando entra nella nostra camera e si spoglia lentamente.
Mi chiedo come possa pensare che io dorma veramente. Forse lo sa che la osservo di nascosto mentre si sfila i jeans e si toglie la camicetta.
Faccio appena a tempo a scorgere il completo nero tutto trasparenze che le ho regalato per San Valentino perché sguscia verso il bagno.
Dove la sento farsi una doccia veloce.
Non riesco mai a dormire quando lei esce col Sig. Gianni.
Lei mi dice che dovrei cercare di non pensarci.
Ma nel sorriso dolce le si legge un lampo di compiacimento nell'immaginarmi a struggermi a casa ad attenderla. Sveglio.
Quando torna in camera fingo ancora di dormire, ma è solo un gioco dolce e crudele tra noi.

* * *
È nuda e bellissima.
Cerca un paio di mutandine e una maglietta per venire a dormire al mio fianco.
Si stende sul letto e inarca la schiena per infilarsi le mutandine bianche. Poi seduta si infila una maglietta. Bianca anche quella.
Si gira verso di me e mi sfiora appena la fronte con un bacio.
Fingo di svegliarmi ora mormorando un assonnato "Buonasera Signora".
Lei si gira dall'altra parte sussurrando "Dormi piccolo pervertito, è tardi".
Aggiungere 'è tardi' serve a sottolineare, forse involontariamente, quello che entrambi sappiamo. Che è stata fino a tardi dal suo amante. Come capita spesso.
Come potrei dormire?
Il p_i_s_t_o_l_i_n_o è molle ma mi pulsa, le labbra si seccano.
Mi avvicino a lei da dietro.
La bacio sul collo.
Una mano scivola sui suoi fianchi.
Lei si gira supina "Che cosa fai cornuto?"
La bacio sperando di trovare le tracce dell'altro.
Ma, come sempre, profuma di buono. Dell'innocenza che non ha mai avuto.
Mi sorride e la sua lingua accarezza le mie labbra per un secondo appena.
La mia mano ora è sul suo sesso e la accarezzo attraverso le mutandine, virginali di cotone.
È lei che abbassa il lenzuolo per scoprirsi. Allarga impercettibilmente le gambe.
Si fa ammirare nella penombra.
E mi sorride.
"Che c'è cornuto?" domanda, innocente.
Non rispondo ma le sfilo le mutandine.
Lei lascia fare mentre lo sguardo le scivola sul mio p_i_s_t_o_l_i_n_o che si struscia, ora semirigido, contro la sua coscia.
Mi piego a baciarle l'ombelico, scendo verso il suo sesso.
Lei mormora "Dai smettila..."
Il cuore accelera, mi alzo mettendomi in ginocchio, seduto sui talloni, tra le sue gambe.
Impugno il p_i_s_t_o_l_i_n_o mentre mi esce un flebile "... posso?"
È in quel momento che il suo sorriso è attraversato da un lampo di dolce perfidia.
La mano colla quale giocava con i suoi capelli sul cuscino scende a coprirsi il sesso.
Non è pudicizia ovviamente.
È una barriera insormontabile.
Niente da fare.

* * *
Si alza a sedere per avvicinarsi al mio viso.
Non mi ha tolto la mano dal suo sesso ma con l'altra mano mi accarezza la nuca mentre con le gambe aperte mi circonda.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra "Lo sai che non puoi ... o vuoi che ti faccia ancora frustare dal Sig. Gianni colla cinghia?"
Poi abbassa lo sguardo sulla punta del mio pene che si sta ammosciando e ridacchia. " ... e poi hai il p_i_s_t_o_l_i_n_o molle, come al solito ... eh, eh! Gianni invece mi ha fatto venire due volte stasera, è stato bellissimo."
Io non riesco a fare altro che baciarla e cominciare a muovere la mano sul pene che per l'umiliazione sta tornando a pulsarmi. Sto per implodere in un orgasmo di frustrazione.
Ma non è finita, lo so.
"Vai di là in bagno che non voglio vedere i tuoi spettacolini, cornuto."
Abbasso la testa. Sconfitto come al solito.
Lei torna a distendersi con un sospiro assonnato e si rinfila le mutandine mentre io mi alzo e, col p_i_s_t_o_l_i_n_o inutilmente semirigido, esco dalla stanza.
"Ti ho lasciato in bagno le mutandine che indossavo stasera ... puoi annusarle, grandissimo cornuto!"
arturo

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La rosa tatuata.

La piccola rosa tatuata sulla caviglia sinistra di mia moglie mi faceva un certo effetto mentre la guardavo. Lei con le cosce spalancate e con le gambe allacciate al dorso dell'uomo che la stava montando con vigore.
In quella stanza sconosciuta echeggiava il cigolio del letto e dettava il tempo ai gemiti dei due e alle parole oscene che uscivano dalla bocca di Sonia.
Io spettatore più angosciato che eccitato, osservavo come un automa, il grosso cazzo di lui che spalancava a dismisura la fica di mia moglie. Nell'aria l'odore di sudore si mescolava al profumo di Sonia. Nessuno di noi era completamente nudo. L'uomo si era abbassato i pantaloncini ma indossava ancora la sua canottiera arancione. Mia moglie, tolto il pareo, aveva il minuscolo perizoma che certo non ostacolava la penetrazione. Io ero vestito con addosso i miei bermuda a fiori e la camicetta aperta sul davanti.
Quella situazione era nata per puro caso anche se a volte, qualcosa di simile, l'avevamo evocato, nei nostri rapporti ma solo come fantasia per cercare maggiore eccitazione.
Quella sera era di Sabato e Sonia era particolarmente euforica, allegra, eccitata. Avevo prenotato un tavolo ad una festa sulla spiaggia e a lei, la cosa era piaciuta molto. Quei giorni di vacanza nella nostra villetta sulla riviera romagnola ci avevano caricato e li vivevamo intensamente. Senza i figli (10 e 8 anni) che avevano preferito rimanere con i nonni, ci sentivamo liberi e la cosa ci eccitava molto. Quella sera prima di uscire guardai con ammirazione mia moglie che aveva dato libero sfogo alla sua indole esibizionista. Sonia, a 34 anni, era al culmine della sua sessualità e della sua bellezza. Diciamo pure che, mia moglie, non ha mai avuto il fisico da modella, seni troppo grossi, culo ampio e cosce opulente ma era comunque una donna appetibile. Dopo la nascita del secondo figlio aveva cominciato a prendere la pillola e la cosa aveva aumentato il desiderio di entrambi. A lei piaceva molto sentire il mio seme che la inondava e questo a me dava grande appagamento.
Sulla porta di casa, dunque, la guardai e ebbi l'impressione che avesse esagerato perché era semplicemente avvolta in un pareo semitrasparente e sotto indossava solamente un minuscolo perizoma. Nei piedi, zoccoli a tacco alto che le modellavano le gambe le davano un po' l'aspetto da puttana. Alla caviglia destra una catenella che le avevo regalato.
I tavoli era disposti in quattro file su un'ampia terrazza dalla quale scendeva una scala che arrivava sulla spiaggia e lì le coppie ballavano. Dal nostro tavolo si sentiva il rumore del mare che si confondeva con la musica dell'orchestrina che suonava. Sonia mi prese più volte la mano dicendo: "Che bello amore!!"
Cenammo con una piadina al prosciutto che ci mise sete e quindi, in poco tempo, ci scolammo una bottiglia di Sangiovese in due. Quando comparve l'uomo e si sedette nel tavolo di fronte al nostro, Sonia era già brilla. Lui era con due amici e fece educatamente un cenno di saluto al quale riposi freddamente mentre Sonia lo fece con entusiasmo e con un sorriso invitante.
L'uomo era una persona matura e avrà avuto sui sessanta. Era un pescatore che vedevamo ogni mattina al porto durante la nostra passeggiata. A volte era impegnato a pulire le reti vestito di stivali e grembiule di gomma gialla, altre volte serviva direttamente il pesce a chi lo comprava e allora era a torso nudo. Lui aveva una grande ammirazione per Sonia che chiamava " bella signora" e la riempiva di complimenti. Nonostante l'età era un bell'uomo, muscoloso col petto ricoperto di peli bianchi che risaltavano sui pettorali abbronzati. Quando compravamo da lui aggiungeva sempre qualcosa in più come omaggio alla "bella signora".
Quella sera il caso aveva voluto che l'uomo capitasse proprio davanti a noi e cominciò tutto uno scambio di sguardi, sorrisi e accavallamenti di gambe da parte di mia moglie che sicuramente avevano messo in mostra il minuscolo perizoma. Sinceramente non gradivo molto quello spettacolo ma la cosa faceva piacere a Sonia e pensavo anche che, in fondo tutto sarebbe finito lì. Mi sbagliavo. Ad un tratto l'uomo si alzo e si avvicinò al nostro tavolo. Si rivolse a me dicendo: "Le dispiace se faccio qualche ballo con sua moglie?". Non feci in tempo a rispondere che Sonia era già in piedi. "Andiamo dai, lui non è geloso...anzi!". Si tolsero entrambi gli zoccoli e, scalzi si avviarono verso la scala. Quel "anzi" non mi piacque, temevo che mia moglie, ormai ubriaca, andasse a confidare a questo sconosciuto, le nostre fantasie sessuali scatenando ulteriormente la sua libidine.
Li vidi scendere la scalinata che portava alla spiaggia per poi scomparire in mezzo alla folla danzante. Con una certa angoscia dovetti aspettare almeno una mezzora prima che tornassero. In fondo quell'uomo era quasi uno sconosciuto. Fu quindi un sollievo quando li vidi apparire e venire verso il tavolo. Sonia era sorridente e ansimante. Lui la teneva teneramente abbracciata per la schiena. Notai subito i capezzoli duri di lei e il rigonfio esagerato nei bermuda di lui. Mi chiesi cosa fosse successo nel frattempo e mi diedi mille spiegazioni diverse. "Beh com'è andato il ballo" dissi sentendomi ridicolo. " Ci siamo presentati....lui si chiama Manolo." poi verso l'uomo " mio marito si chiama Giulio" e scoppiò a ridere. Discutemmo su quel nome che doveva essere di origine spagnola ma che l'uomo definiva puramente romagnolo.

Era ormai mezzanotte, il vento era aumentato e sul mare, minacciosi lampi temporaleschi.
"E' ora di andare amore" dissi. "Ah, volevo farvi una proposta, Sonia mi ha detto che avete la casa poco lontano dalla mia e allora perché non entrate un attimo ad assaggiare la mia grappa fatta in casa?!" Stavo per declinare quell'invito quando intervenne Sonia "Eh siiii dai, è vero amore che accettiamo!!???" Mi sentii impotente, senza forza di reagire e volontà di insistere nel rifiuto anche se la cosa non mi attirava affatto. Sinceramente non pensavo a ciò che sarebbe potuto succedere a casa di Manolo e nemmeno che quel' invito avesse uno scopo particolare. Mi dava fastidio ritardare il rientro a casa per via di quel temporale che stava per scatenarsi.
La casa di Manolo era effettivamente sulla nostra strada. Dal viale si staccava, per un centinaio di metri un sentierino in fondo al quale apparve la luce esterna di una piccola vecchia casa. Durante il percorso lui aveva sempre tenuto Sonia allacciata dietro la schiena e io immaginavo la mano dell'uomo che accarezzava ogni tanto le natiche di mia moglie. Entrammo in quella che doveva essere la cucina e anche un luogo per qualche riposino vista la presenza di un letto ad una piazza su cui Sonia, sempre ansimante e piena di ebbra allegria, corse a sedersi mentre Manolo mi porse una sedia e mi invitò ad accomodarmi. Subito dopo scomparve da una porticina sul lato della stanza e riapparve con in mano una bottiglia di liquido trasparente. Prese tre bicchieri da una vecchia credenza e li riempì per metà porgendoli ad ognuno di noi per poi sedersi sul lettino accanto a Sonia. Buttai per un attimo lo sguardo tra le cosce di mia moglie e notai che il perizoma si era ritirato al centro lasciando scoperte, ai lari, le labbra della fica. L'uomo alzò il bicchiere e propose un brindisi alla nostra amicizia. Bevve tutto d'un sorso e ormai fuori controllo e senza alcuna preoccupazione per la mia presenza, rovesciò Sonia all'indietro sul lettino e, chinandosi su di lei cominciò a baciarla facendola gemere e ansimare. Guardai provando una inaspettata eccitazione e comincia a massaggiarmi il cazzo fuori dai miei bermuda. I due cominciarono una specie di lotta fatta di baci furiosi e palpeggi. Ad un certo punto Manolo si alzò e si sfilò i pantaloncini mettendo in mostra il suo membro. Sicuramente le dimensioni erano notevoli e comunque maggiori del mio ma ciò che faceva più effetto era la rigidità. Quel cazzo era durissimo, minaccioso e ricurvo verso l'alto. Contrastava anche il colore bianco di tutto il ventre con l'abbronzatura del resto del corpo. L'uomo si inginocchiò accanto al letto, sfilò l'ormai inutile perizoma di mia moglie e si tuffo tra le sue cosce aperte cominciando a leccarla. Sapevo che Sonia amava quella pratica e infatti cominciarono i tremori di quelle cosce un po' cicciotte segno che stava raggiungendo l'orgasmo. La stanza si riempì di gemiti e grugnito che si mescolavano al rumore della bufera che si stava scatenando fuori. Dalla mia posizione privilegiata
vedevo le dita dell'uomo dilatare le labbra del sesso della mia donna per potervi infilare una o due dita mentre la lingua si occupava del foro più piccolo. La cosa durò qualche minuto sino a quando Manolo non si stese completamente su mia moglie strofinandolo il suo palo sul ventre. Fu allora che Sonia lo implorò di montarla. Non ne poteva più, aveva voglia di sentirlo dentro. A quel punto, l'uomo lasciò la presa e alzandosi in piedi disse "Non posso... ho troppa voglia...non ho un preservativa e ho paura di venirti dentro." "Mia moglie prende la pillola..."dissi. "...alla troia piace sentile la sborra che schizza contro l'utero!!". Non so perché dalla mia bocca uscirono quelle parole. Non so perché definii mia moglie in quel modo. Forse ero arrabbiato per quel suo modo lascivo o forse nel mio subconscio davvero desideravo vederla posseduta da quell'uomo un po' rozzo. Sono passati alcuni anni da quella sera ma ancora oggi non ho saputo darmi una risposta.
Dopo le mie parole Manolo non disse nulla, riabbracciò mia moglie e ricominciò la lotta erotica sino a quando vidi la manina di Sonia intrufolarsi tra i loro corpi, impugnare il cazzo dell'uomo e posizionarlo all'imbocco della fica. Mi fece un certo effetto vedere quella mano dalle unghie dipinte di rosso vermiglio impugnare la verga nodosa dell'uomo. La scena era sconvolgente. Manolo voleva entrare dolcemente in lei ma Sonia in preda al desiderio, gli andò incontro infilandosi completamente in solo colpo. Era fradicia di umori e l'uomo non fece alcuna fatica ad entrare. Manolo restò immobile per almeno un minuto temendo di godere troppo presto. Guardai quei due corpi con ammirazione. Mia moglie stringeva con le cosce il torace dell'uomo e con le caviglie allacciate dietro la sua schiena con la piccola rosa tatuata in bella evidenza. Manolo, nonostante l'età era perfetto. Vedevo le sue natiche muscolose, sode, contratte e bianche come il latte mentre la schiena era abbronzata dal sole. Il suo cazzo era completamente piantato nella fica depilata di Sonia, aperta, dilatata mentre le palle dell'uomo, gonfie, erano appoggiate alle sue natiche.
Quando Manolo decise di cominciare a muoversi lo fece piano, con dolcezza. Vedevo l'asta lucida entrare ed uscire e sentivo Sonia gemere. I due sessi uniti erano uno spettacolo e decisi di estrarre anche il mio accarezzandomi piano. I due si baciavano scambiandosi le lingue. Sonia si teneva stretta al torace dell'uomo e lo accarezzava piano. Vidi le sue cosce cominciare a tremare e capii che stava godendo. Fu allora che Manolo decise di intensificare i colpi e allora quella che era un dolce massaggio di ventò una monta. Vidi Sonia godere di nuovo andando incontro col ventre ad ogni colpo dell'uomo mentre i gemiti si erano tramutati in vere e proprie urla. Anche Manolo cominciò ad emettere grugniti e capii che stava per godere. Il suo cazzo cominciò ad uscire ricoperto dal liquido bianco del suo sperma e, man mano che montava, si trasformava in una candida schiuma. Sonia era fuori controllo, urlava e si dimenava fino a quando, i due, rimasero immobili, ansimanti, sfiniti. Non volli godere. Smisi di accarezzarmi e riposi il mio cazzo, durissimo, all'interno dei bermuda. Quando Manolo estrasse il suo cilindro di carne dal sesso di mia moglie, rimase per un attimo unito a lei da un filo di sperma. La fica di Sonia rimase spalancata e lucida. Mia moglie mi guardò con un sorriso sussurrandomi "Ti amo!". Manolo si rialzò. Dal bagno, prese delle salviette e le porse a Sonia. Il suo cazzo era ancora in piena erezione e ricoperto di sperma. Si ripulì a sua volta e mi chiese se volevo ancora un po' di grappa. Rifiutai mentre Sonia si ricomponeva alla meglio. L'orologio appeso al muro indicava l'una. Ci salutammo. Sonia lo baciò di nuovo con la lingua e poi uscimmo. Fuori c'era il finimondo. Soffiava un vento forte e fulmini ovunque. Dapprima camminammo speditamente ma alla prima goccia cominciammo a correre. Sonia rideva come una pazza e gridava dicendo che sentiva lo sperma di Manolo uscire ancora da lei. Arrivammo a casa fradici, appena dentro Sonia mi abbracciò e ci baciammo. Con la mano scese ad accarezzarmi il cazzo stupita che fosse ancora durissimo. Non le dissi che non avevo ancora goduto. Lei si abbassò e lo prese tra le labbra. Dopo un attimo godetti intensamente imbrattandole la bocca e il viso. Lei si alzò e volle baciarmi. Dopo aver goduto, la cosa, non mi entusiasmò molto. Sonia fece la doccia prima di me e si buttò nel letto. Quando la raggiunsi dormiva. Mi ritrovai di nuovo eccitato e tentato dalla voglia di masturbarmi. Non lo feci e dopo un po' anch'io mi addormentai.
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qualche bel racconto
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